INTERVISTE

Sabatini: “Leao ti fa a pezzi, porca miseria. Ma io voto Kvaratskhelia”

Walter Sabatini, ex direttore sportivo di tante squadre in Serie A, ha parlato di Rafael Leao e Khvicha Kvaratskhelia ma non soltanto

Daniele Triolo

Intervista Sabatini AC Milan Leao

Walter Sabatini, ex direttore sportivo di tante squadre in Serie A, ha parlato in esclusiva al 'Corriere dello Sport' oggi in edicola. Queste, dunque, le sue dichiarazioni più interessanti.

L'intervista di Sabatini al 'CorSport'

Sul Napoli di Luciano Spalletti: «Una squadra europea da considerare tra le più forti. Il cocktail tra ciò che ha fatto quell’allenatore stellare che si chiama Spalletti e quello che ha saputo fare una società coraggiosa come poche».

Su Spalletti: «È il mio fratello minore e gli posso dire di tutto. Io mentre mi gusto il Napoli me ne sto in religioso silenzio. Fateci caso: si esprimono come se fossero in ipnosi, indotta dal proprio allenatore che ne decuplica il rendimento. Mario Rui, che presi alla Roma e che purtroppo si fece male subito, è divenuto il riferimento per ferocia, determinazione, eleganza nel crossare e personalità. Tutto ciò, tutto questo spettacolo che ci viene regalato, l’ha generato quel pazzo furioso che sta in panchina».

Su Spalletti sottovalutato: «Si deve dire. Perché Luciano è nato bravo, anzi bravissimo. Le sue conoscenze didattiche sono impressionanti. Può aggiungere poco, quasi nulla: il Napoli ha la precisione del primo orologio inventato in Svizzera. Ogni giocata è un movimento, con e senza palla, dinamiche moderne da trent’anni, da quando sta in panchina. Lui cambiò la Roma, lui ha portato l’Inter dove volevano, in Champions».

Sullo scontro di domenica, Roma-Napoli, anche tra Spalletti e José Mourinho: «Ecco un altro che fa dipendere il proprio club da sé stesso. Perché non so cosa sarebbe la Roma senza Mou. Ha un calcio diverso, chiamiamolo freddo, cinico, tutti quegli aggettivi che mi fanno anche un po’ schifo perché sanno di niente, ma è quarto e dunque è da Scudetto: chi arriva là, se la gioca fino alla fine. E gli mancano Paulo Dybala e Georginio Wijnaldum, che recupererà. Ha il vegano, Chris Smalling, che è irrinunciabile, va a strozzare le linee, ad aggredire il probabile rifinitore, a stracciare gli avversari e poi, se gli capita, fa pure gol. C’è il segno di Mou pure in questo».

Su Khvicha Kvaratskhelia: «Non ho mai conosciuto l’invidia, tranne ora che ho scoperto questo ragazzo. Cristiano Giuntoli è stato un fenomeno, da applausi, perché questa è un’opera d’arte. La gestione del mercato è una lezione per tutti, vanno fatti i complimenti anche ad AdL: hanno rivoluzionato, si sono liberati - mi verrebbe da dire con poca eleganza facendo pulizia - di un gruppo che ormai aveva dato tutto ed hanno pure tagliato i costi e fatto lievitare il tasso tecnico. Poi hanno affidato tutto a quel gran genio di Luciano e via».

Sul duello tra Kvara e Rafael Leao del Milan: «Leao ti fa a pezzi, porca miseria. Ma il georgiano è cattivo, determinante, di impatto. Io voto per Kvara. Mi dica Cristiano come ha fatto a pescarlo? Come?».

Sul Milan del suo 'figlio' Frederic Massara: «Non si può ignorare ciò che ha fatto lui, con Paolo Maldini. La gente dimentica, ma sono stati capaci di resistere, di superare l’effetto Ralf Rangnick - che ormai era stato ingaggiato - e stringendo i denti, mostrando le competenze, hanno evitato di ritrovarsi fuori. Perché loro erano saltati per aria, eh. Invece: rifatto il Milan, che ha vinto lo Scudetto e continua ad essere protagonista. Come vuoi che taccia su Massara?».

Sull'Inter, che luì definì come il più grande errore della sua vita: «Ma questa è acqua passata. Il problema adesso è più serio e non me lo sarei mai aspettato, nonostante qualche segnale, anche perché Steven Zhang è generoso. Ma alla squadra arriveranno deboli riverberi, Beppe Marotta, che qualche chilometro l’ha fatto, ha un ombrello o insonorizzerà le pareti di Appiano Gentile e ai calciatori finirà per interessare degli allenamenti e delle partite. Si stanno riprendendo, dopo un periodaccio che è fisiologico».

Sulle sette sorelle: «La Lazio ha Maurizio Sarri, al quale ho già detto al telefono di curarsi la polmonite. L’ho ripetuto anche a Ivan Juric, perché io so cosa vuol dire dover fronteggiare un guaio del genere. Ma Sarri è matto, nel senso buono, e poi ha calcio in testa. Mentre i tifosi si stanno dilaniando per l’infortunio di Immobile, e li capisco, lui starà studiando».

Sul nuovo Dries Mertens per la Lazio senza Ciro Immobile: «E ti pare che uno del genere possa lasciarsi impressionare da un accidente del genere? A Napoli perse Arkadiusz Milik, non ne aveva altri, era nel pieno della stagione, se ne era andato il Pipita da poco. Ora non so cosa gli passi per il cervello, ma mi aspetto un colpo di teatro. Maurizio è fighissimo, io gli dico che è suonato, ma si applica e ti fa divertire. Facci caso, vengono tutti da lì, Granducato di Toscana».

Su Massimiliano Allegri: «La garanzia della Juventus è Max. La riprenderà. Non capisco per indirizzarla dove, ma lui ha dentro le conoscenze. Il resto lo fa la tradizione, l’idea che la Juve ha di se stessa, Andrea Agnelli, il management. Ma Allegri dalle difficoltà saprà uscirne».

Sul Bologna:«A Napoli, Thiago Motta ha confermato la bontà della struttura, hanno fatto bene contro dei mostri. Ma Bologna mi spinge a parlare di Sinisa».

Su Sinisa Mihajlovic: «E’ un grande allenatore che recentemente è stato raccontato solo per la malattia, mentre lui ha lasciato un patrimonio tecnico sul quale Thiago Motta lavorerà. Mihajlovic ha sensibilità, ha passato, ha futuro, ha conoscenze e invece per giorni, settimane e mesi la narrazione è rimasta confinata dentro altre considerazioni. Il suo spessore tecnico è finito ai margini, mentre quello doveva essere fulcro della riflessioni».

Sull'Atalanta di Gian Piero Gasperini: «Gasp è nell’Olimpo ed è importante che non faccia irritare gli Dei. E’ uno dei pochi, a pensarci bene, con cui non ho avuto modo di lavorare, ma questo è un dettaglio che fregherà poco ai lettori. La sua Atalanta si è presa rischi enormi, ha stravolto, ha perduto nel tempo riferimenti importanti, è in fase di mutamento, e però sta lì, tra le grandi, perché ha un allenatore che sa spargere innovazione». Milan, per Leao pronta "una proposta eccezionale". Le ultime news >>>

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