Intervenuto al 'Festival Dello Sport', Arrigo Sacchi ha parlato del 'suo' Milan. Queste le parole dell'ex allenatore rossonero: "Devo dire che erano tutti grandi persone, maturi. Noi credevamo nei valori. Avevamo una grande società con un grande progetto, di diventare campioni del mondo disse Berlusconi e io dopo due mesi gli dissi che sognavamo solo io e lui e che non ce l'avremmo fatta se non avessimo coinvolto i giocatori. Non sapevamo dove saremmo arrivati, ma l'obiettivo era fare il massimo. Una vittoria senza merito non era una vittoria per noi. La bellezza del gioco non era senza senso, era bello per vincere. Qui non abbiamo capito ancora che se vuoi vincere e giochi meglio, è più facile vincere. In ogni cosa. Chi gioca meglio, vince."
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Sacchi: “Io e Berlusconi sognavamo di diventare campioni del mondo”
"Poi a volte squadre che giocano bene non riescono a recuperare le squadre che hanno speso troppo. Io non volevo spendere tanto, anche se Galliani mi diceva fosse possibile. Io non volevo. Sono arrivati giocatori che hanno aiutato molto, Ruud per primo, poi Van Basten che ha giocato poco il primo anno. Poi è arrivato Rijkaard... Gli italiani hanno portato la conoscenza del calcio italiano, ma facendo cose diverse. Se attaccavamo in undici difendevamo in undici. Eravamo squadra per le distanze. Se ti allunghi non sei squadra, noi giocavamo in 30 metri"., ha detto Sacchi. Milan, le top news di oggi: Zaniolo ancora obiettivo. Rientra Tonali.
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