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Sacchi: “Leao ha grandi qualità, ma da sole non bastano. Nel mio Milan…”

intervista Sacchi Milan-Juventus
Arrigo Sacchi, ex tecnico rossonero, ha rilasciato una lunga intervista tornando a parlare di Rafael Leao, attaccante del Milan
Fabio Barera Redattore 

Dopo le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa, l'ex allenatore rossonero Arrigo Sacchi ha concesso un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport', in edicola questa mattina, soffermandosi ancora una volta sulle prestazioni di Rafael Leao, attaccante del Milan. Ecco, quindi, il suo pensiero.

Milan, le parole di Arrigo Sacchi su Rafael Leao

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"Il calcio prevede che ci siano undici giocatori e che tutti si debbano aiutare. Se qualcuno non lo fa, non va bene. Bisogna dare sempre il massimo di ciò che si possiede, solo così si può pensare di diventare una squadra.  Leao ha grandissime qualità, ma da sole non bastano. Non c’è continuità nel suo rendimento. O è decisivo, o non fa nulla. Siccome ha potenzialità incredibili, sarebbe un peccato se non riuscisse a dimostrarle".


"Pioli è un ragazzo serio e un allenatore preparato, quindi sta sicuramente lavorando per migliorare questa situazione. Di certo cercherà di capire le ragioni di questa incostanza. Al Milan, oggi, sono contenti di quello che sta dando Leao? Se la risposta è sì, allora non c’è proprio niente da correggere. Se la risposta è no, come penso, bisogna intervenire. Io non conosco personalmente il giocatore e quindi sono in difficoltà nel valutare la situazione. Di sicuro, però, bisogna parlargli, convincerlo, aiutarlo. Magari anche con allenamenti specifici. Leao è un capitale importante per il club, guadagna tanti soldi. Va assolutamente valorizzato".

Da cosa dipende questa incostanza? "Le cause possono essere tantissime. Un fatto mentale? Può darsi, ma anche motivazioni e mancanza di ambizioni, non so. La mente umana è meravigliosa perché contiene tantissime luci e anche tantissime ombre. Io so che Leao potrebbe fare di più e con maggiore continuità. E so anche, non esagero a dirlo, che se facesse così sarebbe davvero un fuoriclasse. Però torniamo indietro di qualche mese e chiediamoci: ‘Al Mondiale era titolare nel Portogallo? No’, dunque stiamo parlando un giocatore che non ha ancora espresso tutte le sue potenzialità".

Temperamento? "In quel caso sarebbe un problema, perché il temperamento è un fatto prevalentemente genetico. Il carattere lo migliori, la personalità pure, ma con il temperamento è più difficile. Leao ha talento, e questo è un fattore positivo. Però il talento, da solo, non è sufficiente. Bisogna che il giocatore di talento si appoggi al gioco, in questo modo può migliorare ed essere davvero utile alla squadra".

"Ai giocatori si devono dare idee chiare e loro hanno il compito di metterle in pratica. Alla base di tutto, anche quando si parla di un singolo, c’è sempre il gioco, il collettivo. Cambio ruolo? Potrebbe essere una soluzione, ma deve valutarla bene Pioli. Io sostengo, parlando di Leao, che c’è il materiale per fare bene, ma adesso si vede solo in parte. Logico che l’allenatore debba interrogarsi sulla questione. Ormai sono quattro anni che è al Milan, è diventato un giocatore importante di questo club e allora chiediamoci: ha fatto i miglioramenti che tutti si attendevano?"

Un paragone con il suo Milan: "Nel mio Milan avevamo venti giocatori che correvano come matti e davano l’anima. Anzi: di più. E lo facevano quelli più bravi e quelli meno bravi, da Van Basten a Gullit, da Colombo a Baresi. Non so se Leao sarebbe stato così disponibile verso il collettivo". Calciomercato Milan - Piace il bomber dello Stoccarda Guirassy >>>

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