Temperamento? "In quel caso sarebbe un problema, perché il temperamento è un fatto prevalentemente genetico. Il carattere lo migliori, la personalità pure, ma con il temperamento è più difficile. Leao ha talento, e questo è un fattore positivo. Però il talento, da solo, non è sufficiente. Bisogna che il giocatore di talento si appoggi al gioco, in questo modo può migliorare ed essere davvero utile alla squadra".
"Ai giocatori si devono dare idee chiare e loro hanno il compito di metterle in pratica. Alla base di tutto, anche quando si parla di un singolo, c’è sempre il gioco, il collettivo. Cambio ruolo? Potrebbe essere una soluzione, ma deve valutarla bene Pioli. Io sostengo, parlando di Leao, che c’è il materiale per fare bene, ma adesso si vede solo in parte. Logico che l’allenatore debba interrogarsi sulla questione. Ormai sono quattro anni che è al Milan, è diventato un giocatore importante di questo club e allora chiediamoci: ha fatto i miglioramenti che tutti si attendevano?"
Un paragone con il suo Milan: "Nel mio Milan avevamo venti giocatori che correvano come matti e davano l’anima. Anzi: di più. E lo facevano quelli più bravi e quelli meno bravi, da Van Basten a Gullit, da Colombo a Baresi. Non so se Leao sarebbe stato così disponibile verso il collettivo". Calciomercato Milan - Piace il bomber dello Stoccarda Guirassy >>>
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