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L'esultanza dei giocatori rossoneri al gol di Matteo Gabbia (difensore AC Milan) durante Dinamo Zagabria-Milan 0-4 (Champions League 2022-2023) | News (Getty Images)
Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan per quattro stagioni, dal 1987 al 1991 e, successivamente, nel 1997, ha analizzato, a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola, le cause del crollo dei rossoneri di Stefano Pioli. All'indomani, poi, dell'ultimo, pesante rovescio, il 2-5 di 'San Siro' contro il Sassuolo. Tra le tematiche toccate dall'ex tecnico del Diavolo anche le motivazioni che, a suo modo di vedere, hanno portato allo sfaldamento del collettivo. Di seguito le sue parole.
«George Bernard Shaw sosteneva che il calcio, in novanta minuti, racchiude la storia universale. In una partita c’è tutto, e questo “tutto” può portare all’esaltazione o alla depressione. Il Milan era una squadra di grande movimento, i reparti sempre connessi e vicini, i giocatori si aiutavano. Giocavano come i padri fondatori avevano immaginato si dovesse fare: il calcio è uno sport collettivo e offensivo, mentre in Italia lo abbiamo sempre considerato uno sport individuale e difensivo. Il Milan si distingueva, era europeo. Ora non più». Milan, Bennacer si ferma nel giorno di riposo >>>
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