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Giuseppe Sala (sindaco della città di Milano), parlo del nuovo stadio che Milan e Inter intedono costruire (credits: Getty images)
Giuseppe Sala, sindaco della città di Milano, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Sala ha parlato del nuovo stadio e della polemica relativa alla situazione societaria dell'Inter: "Io credo che lo stadio si debba fare, non ho cambiato idea. L’ho detto con decisione e lo riconfermo: il nuovo San Siro è utile. Ma il punto è un altro e una volta per tutte va chiarito: lo stadio vale meno della metà del progetto immobiliare proposto da Inter e Milan. È davvero così illogico voler sapere chi è quel qualcuno a cui affideremo per diversi anni la rigenerazione del quartiere?"
Sindaco Sala, l’Inter si è «offesa» per le sue parole e ha detto che il club esisteva prima di lei ed esisterà dopo la fine del suo mandato.
«La reazione mi ha sorpreso: sono dispiaciuto in quanto sindaco e tifoso nerazzurro, che è andato per la prima volta allo stadio 55 anni fa. Mi chiedo se sono mal consigliati e mi verrebbe una domanda da fare al presidente Zhang: in Cina si permetterebbero di rivolgersi alle istituzioni come hanno fatto con me? Io qualche dubbio ce l’ho... Ma voglio fare il bene di Milano, non faccio l’offeso e continuo a dire che lo stadio è una buona opportunità anche per la città: è nostra volontà favorire la costruzione del nuovo stadio e di quello che ci sarà attorno ma quando si va a concludere una trattativa si deve sapere con chi si sta chiudendo».
Negli ultimi mesi ha parlato con la proprietà dell’Inter?
«No, dall’Inter non ho avuto comunicazioni ufficiali rispetto alle trattative per il futuro del club. Giusto? Sbagliato? Ognuno decide come vuole, ma non ho mai avuto informazioni dalla società. Però nella finanza italiana e internazionale conosco tutti, sono al corrente di quello che sta succedendo ed è ovvio quindi che debba avere un atteggiamento prudenziale. Non ho mai avuto preoccupazioni sulla famiglia Zhang, così come sul fondo Elliott del Milan. Se non ci fossero trattative aperte sull’Inter non avrei avuto problemi, ma visto che ci sono devo cautelarmi. Chi sta valutando di entrare nell’Inter sta cercando di capire da me se siamo ancora interessati allo stadio: così è. Voglio precisare che a quelli che – e non è solo una cordata – si sono rivolti a me per capire l’intendimento della pubblica amministrazione, ho sempre detto che continuiamo a essere favorevoli a farlo. La mia preoccupazione non riguarda il progetto, nessuno lo sta rimettendo in discussione: parliamo di una partnership e voglio sapere chi è oggi e chi sarà nel futuro il mio partner».
Come si può uscire da questa situazione?
«Non voglio scendere nei dettagli della situazione debitoria dell’Inter, non mi sembra il caso, io mi muovo spinto solo dalla logica della prudenza. Non sono io che dico che in questo momento gli investimenti originati dalla Cina in alcuni settori come il calcio sono in difficoltà. Io chiedo solo informazioni. Se la famiglia Zhang decidesse di vendere non è detto che cambi qualcosa: ma il subentrante eventuale al di là dello stadio vorrà confermare l’investimento completo di oggi? Come faccio a saperlo?».
Quindi che cosa serve ora?
«Se l’Inter viene da me e mi dice che l’investimento di Suning continua riattivo il dossier; ma anche se mi dice che trattano con pinco pallino e mi portano pinco pallino che garantisce la continuità dell’investimento, a me andrà bene. Devo avere o una o l’altra conferma, chiedo solo questo. Voglio dimenticare la sgradevolezza della frase “l’Inter sopravviverà a Sala” usata dal club. Il sindaco è per definizione una carica pro tempore, perciò devo garantire il futuro della città. A chi mi subentrerà, magari già a ottobre, devo lasciare una situazione pulita. È vero che l’Inter sopravviverà a me, come una verità è che Milano ha 26 secoli di storia. Se la mettiamo così, io non sono solo Beppe Sala. A meno che non ce l’abbiano con me e questo mi dispiacerebbe da tifoso interista. Non uno tiepido per intenderci. Nell’anno del Triplete ero a Siena, Roma e Madrid, le tre partite decisive...».
Le elezioni in autunno possono cambiare le carte in tavola sul nuovo San Siro?
«È il centrodestra che sta strumentalizzando lo stadio, ma le elezioni non mi condizionano in questa mia riflessione: come avevo detto all’Inter non sono un problema. Se vengono da me e spiegano, si va avanti».
Non ha paura di essere il sindaco che ha bloccato lo stadio di Inter e Milan?
«Non voglio esserlo e temo una situazione del genere, ma da buon gestore del patrimonio del Comune sono prudente».
Ma perché in Italia è così difficile costruire stadi nuovi?
«La risposta sta nella situazione di Milano: chi si propone per l’investimento non considera lo stadio sufficientemente redditivo e chiede altre volumetrie. Su quello ci si ferma. Guardiamo Roma: si è parlato di volumetrie, di funzioni di servizio utili o non utili, di logistica... In Italia non si chiede di fare lo stadio e stop: questo spesso fa frenare tutta l’operazione».
Tornando a Milano: Inter e Milan vogliono giocare nel nuovo stadio nel 2024, nel 2026 ci sono i Giochi Olimpici.
«Ho detto al presidente del Cio Bach che tenevo aperte le due opzioni, al momento della candidatura, per la cerimonia di apertura. Però devo dire che abbiamo immaginato che la cerimonia potesse essere l’addio di San Siro, l’ultimo momento di uno stadio glorioso, entrato nel cuore della città. Comunque saremo pronti a usare quello che allora sarà lo stadio di Milano».
Da sindaco e tifoso quanto è triste vedere il Meazza vuoto per colpa del Covid?
«È terribile. Mi ricordo ancora la sfida dell’Inter di Spalletti contro l’Empoli, con l’auto traversa e il salvataggio di D’Ambrosio. L’ho vista nel 2° anello per stare con i miei amici. Ho vissuto una festa da brividi».
E com’è rivedere Milano in cima alla Serie A?
«Da sindaco è bello, da tifoso dico che Conte mi fa sognare. L’ho sempre difeso con i miei amici anche quando veniva criticato, è un allenatore straordinario e ha ottimi giocatori. Non faccio previsioni perché può portare sfiga ma è facilmente immaginabile che cosa mi aspetti... E dico che per Inter e Milan è fondamentale essere entrambe in Champions League: spero in una nuova rinascita di Milano in cui anche il calcio fa la sua parte».
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