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Gianluca Scamacca (attaccante Genoa), obiettivo di calciomercato del Milan | AC Milan News (Getty Images)
Gianluca Scamacca, attaccante del Genoa, in prestito dal Sassuolo, ha rilasciato un'intervista a Sportweek. Ecco le parole di Scamacca: "Perchè mi definiscono cattivo? Per il mio aspetto. Però è vero che in campo mi trasformo. Per arrivare al risultato sono disposto a tutto: da una corsa in più al picchiare, tra virgolette, l’avversario. Tatuaggi? Tanti. Il primo l’ho fatto a 13 anni: avevo vinto lo scudetto coi Giovanissimi della Roma e in finale avevo segnato il gol decisivo. È questo sulla coscia destra: volevo fare dei fiori e una croce, invece è uscita ’na bara, guarda che roba. Allucinante. E l’ho pure pagato, a quello…".
ll prossimo?
"Voglio tatuarmi un trofeo".
Domani è in programma Milan-Genoa, ti troverai davanti Ibrahimovic, che hai eletto a tuo idolo (Zlatan, squalificato, non ci sarà).
"Per me è un’icona. Vederlo fare certe cose alla sua età, forse con più determinazione di prima, il suo caricarsi la squadra sulle spalle mi affascina e stimola tantissimo. Penso: se lo fa lui, perché non posso farlo io?".
E tecnicamente?
"In Olanda colpivo il pallone di tacco e dicevano: ‘Vuoi fare Ibra?’. Ma io certi colpi – il tacco, la suola – li ho sempre avuti, li impari per strada. Sono andato a guardare i video di Ibra e alla fine mi sono detto: Aho’, m’assomiglia. Scherzo".
Facciamo un gioco. Di Ibra vorrei…?
"Il conto in banca. Seriamente: la spavalderia"
Di te si parla in chiave mercato: per la crescita di un giovane serve di più giocare sempre, anche in una piccola, o fare da vice all’Inter, alla Juve o al Milan?
"Io ho iniziato a giocare con costanza dall’anno scorso. Quando scendi poco in campo non prendi il ritmo, non ti senti dentro al gruppo. È brutto. Un giovane deve giocare il più possibile, rubando i segreti a chi gli sta vicino. Poi è chiaro che se fai il vice di un campione che però a 39 anni non può giocarle tutte, il discorso cambia…".
Al Genoa stai giocando, ma non tutte le partite e non sempre dall’inizio.
"Quando a dicembre Ballardini è arrivato a sostituire Maran abbiamo cambiato sistema di allenamenti e di gioco. Ho faticato un po’ ad adattarmi. Adesso, se guardo me stesso in campo, mi accorgo di giocare in maniera diversa rispetto al passato ed è merito dell’allenatore. Sto più dentro alla partita, mi muovo meglio. Il mister mi chiede di correre avanti e indietro, di aiutare la squadra. Sento che sto crescendo come uomo e come giocatore".
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