Clarence Seedorf si è chiesto perché non abbia ricevuto nessuna chiamata dopo l'esperienza da allenatore al Milan. Il discorso dell'olandese si sposta verso argomenti delicati quali razzismo e inclusività: queste le dichiarazioni rilasciate al Festival dello Sport a Trento.
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Seedorf: “Non solo in Italia, ovunque ci sono pochi allenatori di colore”
Se tornerebbe in panchina
"Mi sono chiesto perché non ho avuto altre occasioni in Italia, ho due figli nati qui. Non credo che sia un Paese razzista, ho sempre sostenuto questo e penso di aver capito com'è. Ci sono razzisti, ma non lo è. Se uno guarda a ciò che è successo ci sono poche basi per capire che chi è arrivato dopo di me al Milan ha trovato subito squadra e io neanche una proposta. Dopo vent'anni di Italia... Oppure mi dicevano che non volevano offendermi con una proposta. Fammela, poi decido io se offendermi o no. Non è solo in Italia, ovunque ci sono pochi allenatore di colore. La prima proposta seria l'ho avuta in Cina, l'ho presa perché mi piace viaggiare e faccio di ogni progetto una cosa importante. Però è deludente vedere che dopo l'esperienza al Milan in cui fai bene non ricevi una chiamata. Il calcio riflette la società. Ne faccio una missione di vita, creare eguaglianza e inclusione. Dovrebbe essere la forza della società. Ormai il mondo è connesso, non c'è più modo di tener fuori la gente. Ti trovi di fianco uno che non ti somiglia, ma che è più del tuo Paese di te stesso, sa di più... È stato un momento difficile, ne ero cosciente, ma non pensavo succedesse con me". Le Top News di oggi sul Milan: parla De Ketelaere, vittoria netta delle rossonere
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