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Seedorf: “Milan e Real i club, più di altri, in cui si respira mentalità vincente”

Enrico Ianuario

Clarence Seedorf, ex calciatore del Milan tra le altre, ha rilasciato una bella intervista in cui ha parlato della sua carriera da giocatore

Clarence Seedorf, durante la sua carriera da calciatore, ha vestito diverse maglie e conquistato numerosi trofei. Ha legato il suo nome soprattutto con il Milan, club in cui ha militato dal 2002 al 2012. In occasione di un'intervista concessa ad 'Amazon Prime Video', l'ex centrocampista ha ripercorso tutte le sue tappe da calciatore. Di seguito, le dichiarazioni di Seedorf.

Sull'Ajax e il Real Madrid: "Il sogno era diventare un giocatore della prima squadra dell'Ajax, poi è arrivata anche la maglia bianca del Real Madrid. A 15 anni avevo ricevuto una chiamata per andare a giocare al Real, poi i miei genitori hanno deciso di tenermi vicino a casa per finire la scuola. Queste due maglie, probabilmente, sono state le prime a darmi qualcosa di speciale".

Sulla Sampdoria: "La Sampdoria è stata la mia prima esperienza al di fuori dell'Olanda. La Serie A era il campionato più ambito in quel momento con dieci squadre super competitive per lo Scudetto. La Sampdoria aveva appena fatto la finale di Champions League, mi ha dato tanto per capire cosa serve per essere un calciatore forte anche al di fuori dalla comfort zone. Con Eriksson abbiamo fatto una bella stagione, purtroppo c'erano tanti infortunati iniziando da Zenga. C'erano Mancini, Mihajlovic, Karembeu, Chiesa: è stato un anno positivo".

Sul Real Madrid attuale simile al 'suo': "E' stato un anno particolare in cui abbiamo sofferto molto. In Champions, proprio come l'attuale Real Madrid, abbiamo sorpreso partita dopo partita ottenendo alla fine una vittoria attesa da 33 anni che ha riaperto un ciclo. Questo club non ha mai la pancia piena e vale per il presidente, gli allenatori e i giocatori. Lì la pressione è costantemente presente".

Seedorf sul suo passaggio dall'Inter al Milan: "All'Inter sono stato due anni e mezzo, per poi passare sull'altra sponda, al Milan, non una cosa semplice. Dico sempre che il rispetto è la cosa più importante e gli interisti me lo hanno dato nonostante questa scelta. Con i rossoneri abbiamo scritto tante belle pagine in dieci anni, ormai sono italiano a tutti gli effetti".

Sul 'clasico' tra Real Madrid e Barcellona: "Tra tutti i derby che ho giocato, quello tra Real Madrid e il Barcellona è il più sentito. Il mio primo 'Clasico' è stato una Supercoppa e devo dire che per una settimana la gente dormiva per strada, in attesa di comprare i biglietti perché allora non c'era l'online. Quella settimana l'abbiamo vissuta con grandissima tensione, e parlo dell'intera città, qualcosa mai visto altrove. Alla fine quella partita l'abbiamo vinta".

Sulla mentalità vincente di Real Madrid e Milan: "Berlusconi diceva sempre di essere più forti della sfortuna, di rispettare l'avversario e di essere ambiziosi. Real Madrid e Milan sono i club in cui, più di altri, si respirava una mentalità vincente, oltre all'eleganza, la qualità e la capacità di capire i momenti dentro e fuori dal campo".

Su Ancelotti: "Ancelotti si è evoluto molto, condizione necessaria per poter continuare a vincere. Il suo punto di forza maggiore è creare le condizioni affinché i giocatori riescano ad esprimere al meglio il proprio talento. Detto così è facile, ma lui lo vive. Molti creano le migliori condizioni per se stessi e poi i giocatori devono adattarsi, Ancelotti ha sempre fatto il contrario trovando diverse soluzioni: vedi Pirlo, vedi Modric o anche me stesso". Milan, le top news di oggi: ultime verso il Chelsea. Michel in esclusiva.

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