L'argentino Néstor Sensini, ex difensore in Serie A per Udinese, Parma e Lazio, ha giocato con Sergio Conceicao e Simone Inzaghi, attuali allenatori di Milan e Inter, che si sfideranno stasera a 'San Siro' per la semifinale di andata della Coppa Italia 2024-2025, in biancoceleste nella stagione 1999-2000, quella dell'ultimo Scudetto dei capitolini. Sensini ha parlato dei suoi ex compagni di squadra, in esclusiva, a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola.


INTERVISTE
Derby Milan-Inter, Sensini: “Vi racconto Conceicao e Inzaghi”. Poi fa un pronostico
Sensini parla alla 'rosea' di Conceicao e Inzaghi
—Su quale tra i due ex compagni tifa al giorno d'oggi: «Mi interessa solo che facciano bene, come tutti i compagni di quella Lazio: chi più, chi meno, siamo tutti figli del nostro grande maestro Sven-Göran Eriksson».
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Sul momento che vivono Conceicao e Inzaghi: «Simone è in una situazione privilegiata, non credo che al Bayern siano contenti di affrontarlo. Lo aiuta anche una struttura societaria molto forte: oggi all’Inter le cose funzionano e, infatti, lo stesso allenatore rimane là per 4 anni senza stancarsi. Non è banale .... Sergio al Milan sta lentamente cercando di ambientarsi, ma ha trovato una situazione più complicata: non so se continuerà, ma non ha avuto tempo per incidere. Che siano due grandi tecnici è chiaro ma, visto da fuori, questo è il tempo dell’Inter».
Sul derby Milan-Inter che può cambiare tutto per entrambi: «Un Clásico è un Clásico, pure di Coppa Italia: chi arriva sfavorito, a volte, vince e gli ultimi precedenti lo confermano. Da argentino, avrei voluto vedere Lautaro Martínez, una stella da ammirare. Ma mi godo anche Marcus Thuram: me lo ricordo bambino a Parma, quando ero in squadra con Lilian, e c’era pure Conceicao. Aveva riccioli bellissimi, giocava felice, stava spesso con mio figlio Federico.».
"Mi piace ricordarli all'Olimpico: quello Scudetto ci unirà sempre"
—Sui giocatori del Milan che lo intrigano: «Questo Rafael Leao, che si accende e si spegne, ha mezzi tecnici incredibili: gli manca davvero poco per esplodere definitivamente».
Sulle differenze caratteriali tra Conceicao e Inzaghi: «Sergio era un combattente come ce ne sono pochi, cattivo per davvero. Si arrabbiava facilmente e, quando le cose andavano male, faticava a passarla: gli dicevamo che serviva un pallone per lui e uno per gli altri. Ora cerca di trasmettere questa grinta anche al Milan, ma deve essere seguito. Simone ha un carattere più docile: non gli serve essere duro per essere ascoltato».
Su com'erano i due tecnici di Milan e Inter quando giocavano: «Simone era un goleador nato e poi stava tutto il giorno a parlare di calcio: pallone, pallone, pallone .... Sergio non era così “assetato”, mi sorprende abbia fatto questa carriera, ma i successi di entrambi sono meritati. A me piace ricordarli all’Olimpico mentre aspettavamo il risultato di Perugia-Juve: quello Scudetto ci unirà per sempre».
Sulle scintille tra i due mai mancate: «Sarà per qualche vecchio cross o passaggio sbagliato di 25 anni fa .... Le scaramucce figlie di un po’ di nervosismo vanno capite: sono sicuro si vogliano ancora bene». LEGGI ANCHE: Nuovo allenatore Milan, De Zerbi avanti a tutti: favorito per due motivi >>>
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