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Andriy Shevchenko, ex attaccante del Milan (credits: acmilan.com)
NEWS MILAN - Verità senza particolari filtri. Grazie alle dirette sui social, molti calciatori, dirigenti e allenatori stanno ricordando e raccontando retroscena storici e spesso curiosi e divertenti, oltre che discutere della propria quotidianità. Oggi 'intervista' per Andriy Shevchenko, in diretta Instagram con Christian 'Bobo' Vieri.
Su come sta affrontando la quarantena: "Sono fortunato ad avere un giardino in casa. Con quattro figli non è facile. Mi devo inventare qualcosa per loro per tenerli buoni. Giochiamo un po' a tennis, li faccio correre".
Sul ruolo da CT dell'Ucraina e la qualificazione a Euro 2020, ora Euro 2021: "E' stato molto bello. Motivazione, esperienza incredibile, giocare contro il Portogallo in casa nostra la partita decisiva, emozione incredibile. Ho tutto lo staff italiano (tra cui Tassotti vice allenatore, ndr). Grandissima qualificazione. Difficile accettare questa situazione, europei rinviati, ma c'è tempo per riflettere e analizzare. Siamo riusciti a trasmettere, oltre alla tattica, anche mentalità vincente ai ragazzi, credere di poter giocare alla pari contro grandi campioni. Bravi a crederci, ad avere pazienza, per le nostre proposte di gioco molto diverso dal passato, più collettivo, di combinazioni, intelligente. Lo hanno accettato con entusiasmo, tanti sacrifici, risultato grazie a tutti i ragazzi".
Ti manca giocare a calcio? La risposta di Sheva: "Non è mi è passato subito. Poi ho provato a fare qualcosa di diverso, studiato da allenatore con tutti i patentini. Ho giocato con miei ex compagni, è stato un passaggio tranquillo. Ho partecipato a qualche allenamento, non tutti. Cerco di trovare tempo per divertirmi giocando".
Sull'esperienza al Chelsea, anziché restare al Milan: "Ho fatto l'esperienza a Londra, difficile, ma è stata un'esperienza per trovare me stesso. Non tutte le cose vanno bene. Poi ho ritrovato a fine carriera un cambiamento con il Chelsea. Il Milan è stata la squadra migliore della mia vita, sarà dentro il mio cuore per sempre. Ho finito la mia carriera in alto... Nella vita non si sa mai cosa trovi. Gli uomini veri non guardano indietro, guardano avanti. La mia fortuna è stata giocare con grandi compagni, veri attaccanti, Bierhoff Leonardo, Inzaghi, Vieri, Crespo... Anche con Kakà, anche se non era proprio attaccante".
Su Istanbul 2005, la maledetta finale di Champions League che Shevchenko ricorda bene: "Un paio di mesi fa l'UEFA ha rimesso la parata di Dudek (quella ai supplementari su Sheva, ndr). Ancora in questo momento non riesco a guardare. Quando lo vedo, giro subito, butto il telefono. Basta, basta! Dimmi se conosci un vero campione che nella vita non ha trovato una vera delusione? Questo è il bello, siamo umani, viviamo la vita. Siamo forti, rialziamoci e andiamo avanti. Per questo siamo vivi".
Il calcio italiano dei suoi tempi: "La nostra era... Tanti calciatori importanti, campioni. Qualsiasi squadra poteva vincere il campionato, tutte squadre forti. Lazio, Parma, Fiorentina. Ronaldo? Pazzesco".
Chi lo ha impressionato di più al Milan: "Kakà, impossibile. Era giovanissimo. Giocatore che si inserisce così bene, ogni cosa che faceva in campo era perfetta. Lui portava palla, si fermava e guardava attaccante, dall'inizio, non doveva adattarsi, si è inserito subito".
Sul Pallone d'Oro: "Per me fu l'annoperfetto. Anche con la Nazionale. Il Milan giocava un calcio pazzesco, la società migliore del mondo, mi mancava il supporto della Nazionale... Ho fatto dei discorsi ai miei connazionali. Anche quello mi ha aiutato per vincere il Pallone d'Oro".
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