L'arbitro Simone Sozza ha rilasciato alcune dichiarazioni durante il Trofeo Maestrelli a Montecatini, condivise con TMW. Ecco, di seguito, le sue parole.


INTERVISTE
Sozza: “Il rapporto tra AIA e tecnologia? Siamo assolutamente favorevoli”
Arbitri, parla Sozza: "Crediamo sempre nel lavoro. Sul VAR a chiamata…"
—"Noi crediamo sempre nel lavoro e lavoriamo quotidianamente, sia individualmente, ognuno nel proprio ambiente, che a Coverciano, quando ci riuniamo per i raduni, sempre al servizio del calcio, con l’obiettivo di migliorare e fornire il miglior servizio possibile. Un arbitro difficilmente viene premiato, quindi quando c'è una serata così, è sempre piacevole poter partecipare".
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Sulla pressione dovuta alla gestione complessa
"Sì, la pressione c’è, ed è giusto che ci sia. Affrontiamo partite importanti in un campionato altrettanto importante, che quest’anno è ancora più equilibrato e interessante. Quindi, per noi la pressione è naturale, ed è giusto che ci sia. Ma abbiamo tutte le risorse e le possibilità per affrontarla e gestire meglio le situazioni e le partite".
Sulla tecnologia e sul VAR a chiamata
"L'AIA è sempre stata apertissima alla tecnologia. Non a caso siamo il primo paese ad aver iniziato ad utilizzare il VAR e tutte le innovazioni tecnologiche, come il SOAT (il fuorigioco semiautomatico). Quindi, dal nostro lato, siamo assolutamente favorevoli. Per quanto riguarda eventuali modifiche al protocollo, leggo che se ne sta parlando, e l'AIA sarà sicuramente a disposizione per valutarle e, se necessario, implementare il protocollo attuale".
L'evoluzione dell'arbitro: "L’evoluzione dell’arbitro è proprio questa: matura e cresce. Più arbitra, più opportunità ha di mettere esperienze nel suo bagaglio. Come dicevamo, un arbitro alle prime armi ha dei limiti e delle difficoltà che con il tempo riesce a gestire meglio, come ad esempio la pressione. È sicuramente un percorso di crescita in cui l’arbitro migliora di anno in anno.
Quanto vi preoccupa il fatto che spesso le proteste nei vostri confronti si ripercuotano sugli arbitri più giovani, soprattutto quelli delle periferie. Ogni weekend ci sono aggressioni, anche arbitri feriti.
"Sì, è vero. Una protesta plateale o un gesto di un calciatore di Serie A, purtroppo, nei campi di periferia può trasformarsi in una spinta, un pugno o uno sputo. In Serie A siamo chiaramente tutelati, i calciatori sono professionisti e si comportano in determinati modi. In una categoria inferiore o provinciale, però, i calciatori hanno meno da perdere, quindi l’esempio deve partire dai campi più importanti, quelli più blasonati". LEGGI ANCHE: Milan Primavera, come sta andando la stagione di Comotto? È un pilastro di Guidi>>>
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