NEWS MILAN - L'ex terzino del Milan Mauro Tassotti, oggi vice di Andriy Shevchenko sulla panchina dell'Ucraina, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.
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Tassotti: “Boban via? Non me l’aspettavo. Con certi budget è dura..”
L'ex terzino del Milan Mauro Tassotti, oggi vice di Shevchenko sulla panchina dell'Ucraina, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport
Sull'Europeo rinviato: "Giocare adesso non si può ed è stato giusto così. La vita di tutti è la cosa fondamentale. L'Ucraina si è qualificata facendo un bellissimo girone e siamo in prima fascia, giocare un anno dopo non è importante. Abbiamo avuto tante manifestazioni di solidarietà. Alcuni in Ucraina ci hanno messo a disposizione le case perché sapevano che Milano era in prima linea e si poteva pensare fosse meglio andare altrove. Io e Andrea (Maldera, collaboratore di Sheva) siamo rimasti impressionati".
Su Maldini: "L'ho sentito e l'ho trovato sollevato. Sheva, invece, è a Londra chiuso in casa con la famiglia. Ha provato ad allenare i suoi figli ma ha smesso perché loro non volevano fare quello che gli insegnava".
Su questa esperienza: "Sono preoccupato, certo. Forse questa esperienza ci potrà insegnare qualcosa di diverso. Solo i nostri nonni e genitori hanno vissuto il dopoguerra, stiamo sperimentando una situazione estrema. All'inizio si diceva fosse solo un'influenza, poi ti ritrovi con amici e conoscenti in rianimazione. Si diceva, ma muoiono solo i vecchi: ma che vuol dire? Gli anziani sono la nostra storia. Negli italiani c'è uno spirito diverso da tenere stretto per il futuro, altrimenti tutto passa per niente. La lezione deve servire anche a chi governa: fai tagli alla sanità e poi ti trovi a non avere posti negli ospedali. Ora bisognerà avere sensibilità e occhio lungo".
Sul calcio: "Non so come ripartirà il calcio, all'inizio sarà una tristezza infinita. Giocare a porte chiuse non ha senso, il calcio senza gente non esiste. Una gara va bene, ma tante mi sembra una forzatura. Capisco gli interessi in ballo, ma non so se sia giusto..".
Sul taglio degli stipendi: "Credo sia un'opzione fattibile. Però pensiamo anche a chi resta indietro, perché non ci sono solo i ricchi della Serie A. Qualche club in questa situazione potrebbe lasciarci le penne e i calciatori di conseguenza. Bisogna trovare una soluzione per far sì che si continui come e meglio di prima".
Sul Milan: "Fatico a comprendere la politica aziendale. Se si vuole ripartire dai giovani bisogna dichiararlo e ammettere che per anni sarà difficile ottenere risultati. Può avere un senso, ma i giovani vanno aiutati perché San Siro non è uno stadio facile dove giocare e ve lo dice uno che è arrivato a Milano a 20 anni. A San Siro se sbagli troppo vengono giù cuscinetti e fischi quando va bene".
Sull'addio di Boban: "Non me l'aspettavo, credevo che avessero trovato una stabilità e dei punti di contatto. Con certe problematiche in società e la proprietà che è cambiata più volte fai fatica a lavorare. Non si può sbagliare un acquisto, ad esempio, perché il budget è quello che è. Il Milan dovrebbe innanzitutto tenersi stretto i giocatori bravi, da Donnarumma a Theo Hernandez, ma se non si può ripartire nemmeno da lì..".
Le manca il Milan? "Sì, ma sono stato fortunato. Nessuno mi ha mai chiesto di fare il primo allenatore e sono contento così. E sarò ancora più contento quando potrò tornare a passeggiare e a lavorare. Ma prima il bene di tutti: la salute, la vita". Ieri sera ha parlato anche Gigio Donnarumma, lanciando un messaggio ai tifosi rossoneri>>>
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