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Mauro Tassotti, vice di Andrij Shevchenko sulla panchina dell'Ucraina, ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Ecco cosa ha detto: "Quella contro la Svezia è stata un'impresa titanica, ma certe partite si giocano sui dettagli, abbiamo visto che cosa è successo nei giorni scorsi a Olanda e Francia. L’Inghilterra ha un talento enorme, ma ha anche avuto il vantaggio, come altre nazionali, di giocare sempre a casa propria. È la prima volta in questo torneo che si trova ad andare in campo lontano da Wembley, la sua tana, e fuori casa cambia l’atmosfera. Anche 16mila persone dopo un anno e mezzo senza pubblico sembrano tante".
Come si fa a mantenere in equilibrio questa partita?
«Bisogna imbrigliare il loro gioco. Lavorare di tattica e strategia, chiudere gli spazi senza farli correre. È il tipo di partita che non amano, hanno talento ma noi dobbiamo cercare di costringerli a ragionare il più possibile e solo dopo sfruttare il nostro, di talento».
Imposterete insomma una gara difensiva...
«Ci si può difendere in tanti modi, spesso è l’avversario che decide come farti giocare. A noi piacerebbe fare una partita d’attacco, ma è meglio pensare al risultato finale. Se pensiamo di giocare alla pari con i talenti inglesi non andiamo lontano».
Quale è stata la svolta del vostro Europeo?
«Quando abbiamo visto l’Italia faticare contro l’Austria che ci aveva messo precedentemente alle corde abbiamo capito che forse non eravamo così male. L’Italia ci ha ricaricato, poi siamo stati fortunati a finire nella parte meno nobile del tabellone del torneo. E con la Svezia abbiamo ripreso convinzione».
Talenti inglesi da bloccare?
«Ce ne sono tanti. Foden e Sterling non sono soli».
Talenti ucraini?
«Zinchenko, Yarmolenko, Yaremchuck, Malinovskyi. Ma noi funzioniamo soltanto se giochiamo da squadra».
A proposito di squadra, chi l’ha impressionata di più all’Europeo?
«Azzurri e Inghilterra sono i favoriti. L’Italia ha una capacità di fare gruppo che ad altre squadre manca. Il Belgio ha sicuramente più giocatori di talento, però l’Italia ha la capacità di essere più compatta».
Tassotti, lei conosce Shevchenko da tanti anni. Era più nervoso da giocatore o ora da allenatore?
«Certamente di più adesso. È bello dare gioie a un paese che ci sostiene da cinque anni, ma un allenatore vive tutto con grandi responsabilità, soprattutto se poi è un idolo come è lui per l’Ucraina».
Continuerete il vostro lavoro verso il prossimo Mondiale?
«Questa è una cosa che dovete chiedere a Andriy».
I vostri ex compagni del Milan, Maldini in testa, vi hanno chiamato per farvi i loro complimenti.
«Sì, Paolo, Ambro, e poi altri ancora. Sono stati tutti molto carini con noi».
Da romano e italiano, che cosa si aspetta domani all’Olimpico? È probabile che il tifo, anche per interesse, sia con voi.
«Io mi auguro che lo stadio Olimpico ci dia davvero una mano. Se gli italiani lo fanno anche per interesse perché noi siamo più deboli, ci va bene lo stesso. Sheva è un bravo ragazzo, è sempre stato apprezzato da tutti. Lo ripeto, spero che il pubblico ci dia una grossa spinta».
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