Theo Hernández, terzino sinistro francese del Milan, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de 'L'Officiel Arabia', una rivista di moda del Medio Oriente. Queste alcune delle dichiarazioni di Theo.
INTERVISTE
Theo Hernández: “Mi sento molto bene al Milan: tutto è incredibile”
Theo Hernández, difensore del Milan, ha rilasciato un'intervista ad una rivista di moda del Medio Oriente: le sue dichiarazioni
Su come ha iniziato a giocare a calcio: "Mi sono interessato al calcio fin da piccolo. Sono stati la mia famiglia e i miei amici a rendere il calcio più di un semplice sport. È stata la mia passione sin da quando ero bambino e sono molto felice di poterla vivere oggi. Più tardi sono andato a vivere in Spagna e sai quanto sia importante il calcio in questo paese. Si potrebbe dire che tutta la mia infanzia mi ha reso il calciatore che sono oggi. La mia famiglia ha capito subito che io e mio fratello avevamo delle capacità e che eravamo innamorati del calcio. Penso che non siano i migliori a farcela nel calcio, ma quelli che sono più coinvolti. Successivamente, sono entrato nell’Atletico Madrid all’età di 10 anni. Ero molto giovane e sono molto grato al club che mi ha formato, mi ha dato molto e mi ha permesso di mantenere la mia passione per il calcio".
Sul suo presente e sul suo futuro professionale: "Mi sento molto bene al Milan. L’atmosfera, le gare, i tifosi, tutto è davvero incredibile. Vedremo cosa porterà il domani. Da un punto di vista personale, ho diversi progetti in corso. Sono molto contento della mia vita".
Sui suoi primi passi in rossonero: "Appena arrivato al Milan, mi sono infortunato alla caviglia in un’amichevole contro il Bayern Monaco. A causa dell’infortunio, sono stato costretto a restare fermo per un po' di tempo. Per me è stato un duro colpo, ma grazie alla mia famiglia e ai tifosi sono stato capace di affrontare questa situazione".
Sull'ultima stagione sportiva funestata dal coronavirus: "Il fatto che fosse qualcosa di sconosciuto e nuovo è stato davvero pauroso. Per il mondo dello sport, il cambiamento più grosso è stato ovviamente nel rapporto con i tifosi. Mi manca molto non poterli incontrare o vederli allo stadio durante le gare. La pandemia è una cosa seria, ma sono convinto che troveremo una via d’uscita per far sì che scompaia e che tutto possa tornare come prima. Questo al momento è il mio desiderio più importante".
Sullo sportivo che lo ha influenzato di più nella sua vita: "Me ne vengono in mente molti. Durante la mia carriera, ho incontrato e lavorato con persone fantastiche che mi hanno dato tanto sia dal punto di vista personale che professionale. Se devo citare qualcuno direi Karim Benzema per la sua professionalità e Mike Tyson per la sua determinazione. Ma per citarne solo uno, direi Zinedine Zidane che è una persona straordinaria che mi ha insegnato molto".
Su che musica ascolta prima delle partite: "Mi piace molto un artista chiamato Demarco Flamenco".
Su cosa avrebbe fatto se non avesse giocato a calcio: "Se non fossi stato un calciatore, credo che avrei lavorato in un settore che ha relazioni con le persone, come l’insegnante di educazione fisica. Anche se sembra un cliché, mi piace dire che nella vita è importante fare le cose che ami e in cui credi". Vice Theo: l'ultima idea di Maldini per il mercato estivo del Milan >>>
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