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INTERVISTE

Van Basten, i ricordi di Tassotti: “Era speciale”. Poi un aneddoto shock

AC Milan van Basten intervista Tassotti Gazzetta
Mauro Tassotti, ex compagno di squadra di Marco van Basten nel Milan degli anni 80 e 90, ha ricordato la sfida contro il Göteborg e non solo
Daniele Triolo Redattore 

Mauro Tassotti, ex difensore e vice allenatore del Milan, ha parlato del suo ex compagno di squadra in rossonero, Marco van Basten, in un'intervista in esclusiva rilasciata a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Milan, Tassotti parla di van Basten alla 'rosea'

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Su Milan-Göteborg 4-0 del 25 novembre 1992 in Champions League, quaterna di van Basten: «La palla per il gol in semi-rovesciata a Marco l’aveva data Stefano Eranio. Era una gara importante, ma non decisiva. In ogni caso quei quattro gol restarono record per molti anni».


Su Daniele Massaro schierato terzino in quel match: «Ah, a Fabio Capello piaceva molto scombinare le carte».

Su Gunnar Nordahl che, a fine partita, andò ad abbracciare van Basten: «Marco era un idolo, non mi meraviglia il fatto che il capocannoniere del Milan di tutti i tempi porgesse i suoi omaggi. Quando è arrivato a Milano, van Basten forse non era molto conosciuto, perché il campionato olandese non era proprio il top. Ma noi avevamo visto i filmati. Prima ancora di cominciare ad allenarsi con lui avevamo capito che era un fenomeno».

Su che parola utilizzerebbe per definire van Basten: «Eleganza. Raro che un giocatore così alto fosse capace di unire tecnica, eleganza e soprattutto efficacia. Marco era molto simile a Johan Cruijff, che era l’idolo di una generazione, anche il mio».

Su Cruijff idolo di Tassotti: «Perché si stupisce? A 13-14 anni non è che uno si appassiona ai terzini, che fra l’altro a quell’epoca venivano sgridati se superavano la metà campo. E poi io da ragazzino giocavo a centrocampo».

Su un possibile erede di van Basten: «Onestamente non credo. Faccio fatica a trovarne uno. Non mi viene in mente nessuno con quel fisico che fosse capace di giocare con tanta eleganza. Posso pensare a Edin Džeko, gran giocatore, con un fisico che somiglia. Ma non è la stessa cosa».

Sulle cose più belle viste fare a van Basten: «Ricordo un gol in rovesciata segnato quando era ancora all’Ajax, alto nel sette, grazia e potenza. Ma anche con noi ha fatto gol bellissimi e soprattutto utili. Mi viene in mente una rete all’Empoli in casa, eravamo sullo 0-0 e non riuscivamo a schiodarci da lì. Lui è entrato più o meno a mezzora dalla fine e ha fatto un gol molto bello, con una finta di corpo e un tiro da fuori area che avrebbe spiazzato chiunque».

"Vi racconto il litigio tra me e Marco e la reazione di Sacchi"

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Su van Basten a mezzo servizio - causa infortunio - nella sua prima stagione in rossonero: «Anche se giocava con una gamba sola riusciva a fare la differenza. Marco è stato davvero un giocatore speciale, eppure io di campioni ne ho visti. Ma si muoveva con una leggerezza e una intelligenza indescrivibili».

Sul litigio avuto una volta con van Basten: «Vero. Forse ero entrato in allenamento in maniera dura, lui si è arrabbiato e ci siamo spintonati. Arrigo Sacchi ci ha spedito tutti e due negli spogliatoi. Dicono che ci siamo presi a pugni? Non è vero e non potrebbe essere vero. Erano cose di campo. Credo che Sacchi volesse dare un segnale a tutti, perché venivamo da una partita di Coppa Campioni e forse eravamo un po’ nervosi. Ma non avrei mai potuto prendermi a pugni con Marco».

Su com'è adesso van Basten: «Rilassato, contento. Continua a dirmi che la vita deve andare avanti. Io mi sono operato all’anca e ormai faccio il pensionato e gioco soltanto a golf, però gli do retta».

Su com'è adesso Tassotti: «Gliel’ho detto, più o meno un pensionato che gioca a golf. Ma ogni volta che vedo Marco e gli altri miei compagni di quel periodo è una festa. Per tutti noi. Eravamo una banda di amici».

Sul possibile rimpianto di non aver mai fatto il primo allenatore: «Sono stato 17 anni al Milan e sono contento così. Spiace per l’esperienza vissuta al Genoa con Andriy Shevchenko, perché è una bella piazza e avremmo potuto fare un bel lavoro, ma ci sono stati tanti errori. Anche da parte nostra, forse non siamo stati capaci di trasmettere i nostri valori e i nostri progetti».

Sul calcio di oggi, dove manca la fedeltà dei giocatori e la continuità di gestione: «In generale è vero, ma forse ce ne accorgiamo noi sessantenni che abbiamo vissuto un altro calcio. Il mondo è cambiato».

Su van Basten a lungo nel Milan senza infortuni: «Credo di sì, non ci sarebbero stati motivi per andare altrove. Il Barcellona e Cruijff lo hanno corteggiato a lungo, ma quando stai bene non vai da nessun’altra parte e il Milan allora era il top. Purtroppo Marco ha dovuto fare i conti con altri problemi». LEGGI ANCHE: Approccio, ma non solo: cosa Conceicao non ha mandato giù di Milan-Cagliari >>>

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