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INTERVISTE

La mamma di Zaniolo: “Si sarebbe ridotto l’ingaggio per Milan o Tottenham”

intervista mamma Zaniolo AC Milan
La mamma di Nicolò Zaniolo, Francesca Costa, racconta la propria versione dei fatti sulla fine del rapporto con la Roma. Le sue parole

Daniele Triolo

Francesca Costa, mamma di Nicolò Zaniolo, obiettivo di calciomercato del Milan passato qualche giorno fa dalla Roma al Galatasaray, ha rilasciato un'intervista in esclusiva al 'Corriere dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, alcune delle sue dichiarazioni più importanti.

Zaniolo, tutte le verità della famiglia

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Sulla finale di Conference League 2022, Roma-Feyenoord, decisa da un gol di Zaniolo: «Una gioia infinita, solo a parlarne mi vengono le lacrime. I brividi. Siamo stati felicissimi, un sogno che ci ripagava di tante amarezze e delusioni».

Su quanto è accaduto dopo: «Poi succede che c’è la possibilità di pensare a cambiare aria, ne parliamo con la società che ci fa sapere una cosa: cinquanta o sessanta milioni, per loro, è il valore del ragazzo. Ma non arrivano offerte di quel tipo e lui resta, anche contento. Solo che si aspetta un rinnovo di contratto con cifre in linea con quella valutazione».

Sul rinnovo che non arriva: «No, mentre ad altri suoi compagni i contratti vengono fatti. Ma non è solo un problema di soldi. Neanche di rendimento. Nicolò, con il passare delle settimane, inizia a rendersi conto di non far più parte del progetto. La Roma gli comunica che a giugno lo vuole vendere, lui inizia a sentirsi messo da parte. E la luce si spenge».

Su come si è eclissata la sua stella: «Hanno raccontato che si è rifiutato di giocare per la Roma, che è un traditore, lo hanno preso per pazzo senza magari raccontare di quando ha giocato con le infiltrazioni per la spalla rotta. Non c’è stata correttezza nei suoi confronti da parte della società. Invece lui è stato male davvero: quando, a gennaio, non è stato convocato contro la Fiorentina era debole, tremava. Tutti i medici hanno riscontrato questa verità. Non so se fosse influenza o stress, ma mio figlio non stava bene».

"Per Milan o Tottenham si sarebbe ridotto l'ingaggio"

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Sulla sua esclusione dalla squadra giallorossa: «Una decisione presa con l’allenatore che non lo vedeva a posto. Ed era vero: Nicolò non stava bene, la luce si era spenta. E per un giocatore come lui questo fa tutta la differenza del mondo. Anche nei confronti dei tifosi. Anzi, questo è un aspetto a cui tengo molto. Né io, né mio figlio, né nessuno della mia famiglia ce l’ha con i tifosi. Noi saremo sempre grati ai romanisti, sempre rispettosi, questo voglio che sia chiaro. Le critiche ci stanno, ma non è colpa loro. Hanno creduto a quello che gli è stato raccontato» .

Sulla maglia strappata in Roma-Genoa di Coppa Italia: «Altra bugia. Ma vi pare che si strappa la maglia? L’ha allargata come gesto di frustrazione per una sua prestazione non brillante e si è strappata. Niente di più. Lui la maglia della Roma l’ha solo baciata».

Sui tifosi che l'hanno aggredito sotto casa: «Abbiamo fatto una denuncia contro ignoti, vedremo. Io dico una cosa: se fossero stati dieci ragazzini, magari un po’ scemi e sopra le righe, non ci saremmo agitati tanto. Se ci siamo agitati è perché venivamo da giorni in cui ci veniva scritto di tutto: insulti, minacce di ogni tipo. Eravamo molto spaventati, la situazione era diventata insostenibile».

Sulla trattativa con il Bournemouth: «Voglio chiarire un aspetto: Nicolò si sarebbe ridotto l’ingaggio, o avrebbe chiesto gli stessi soldi della Roma, per il Milan o il Tottenham. Ma quelle società non hanno trovato l’accordo con il club giallorosso. A quel punto c’era il Bournemouth: non è vero che ci hanno offerto cinque milioni a stagione, ma quando mai».

"Il Galatasaray ci ha fatto sentire subito fiducia e sostanza"

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Sul suo rifiuto di incontrare i manager inglesi: «Io sono nel calcio da tempo, anche mio marito faceva il calciatore: le trattative le fanno gli agenti. E infatti il procuratore di mio figlio li ha incontrati. Se ha detto prima no e poi sì? Questo è vero, ma quando li abbiamo richiamati loro avevano preso già un altro».

Sul Galatasaray: «Una scelta che è stata quasi immediata perché ci hanno fatto sentire subito fiducia e sostanza. Volevano Nicolò, volevano chiudere, non è stato difficile metterci d’accordo».

Sui compagni della Roma che si sono fatti sentire: «Poco, solo tre di loro. Però, lui ha sempre avuto un bel rapporto con tutti, peccato».

Su cosa resta loro di Roma: «Una città meravigliosa, una squadra che abbiamo amato tanto e dei tifosi che hanno trattato mio figlio nel migliore dei modi. Sempre. Sostenendolo nei momenti peggiori, anche se quando leggo: “La Roma lo ha aspettato” mi viene un po’ da sorridere. E’ normale che lo aspettasse, era un tesserato del club. Si è fatto male giocando, mica andando a sciare. E poi ci resta un legame di quelli eterni, fortissimi (il piccolo Tommaso, figlio di Nicolò, ndr). Roma, per noi, sarà sempre speciale».

Su Zaniolo che, da depresso, è andato al Galatasaray sorridente: «Nicolò non stava bene per la situazione che si era venuta a creare intorno a lui, anzi che è stata creata intorno a lui. È chiaro che cambiando aria e iniziando una nuova avventura ora sta meglio. Per quanto, ora viviamo in una terra che è stata devastata da un terremoto. Le cose importanti della vita sono queste e noi siamo veramente tutti provati da quello che è successo in Turchia. Nicolò, e noi nel nostro piccolo, cercheremo di fare la nostra parte per poter essere ancora più utili». Capello a gamba tesa su Leao: ecco la convinzione di 'Don Fabio' >>>

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