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Leao: “Maldini, Ibrahimovic e il rinnovo con il Milan: vi svelo tutto” | PM News

Fabio Barera Redattore 
Rafael Leao, attaccante del Milan, ha rilasciato una lunga intervista nel corso della presentazione del suo libro 'Smile'. Ecco le sue parole

Rafael Leao, attaccante del Milan, ha preso parte oggi all'evento di presentazione del suo libro 'Smile' presso un punto 'Mondadori' di Milano. Ecco tutte le dichiarazioni rilasciate nel corso della manifestazione, moderata da Xavier Jacobelli e in cui era presente il nostro Stefano Bressi, che ha raccolto queste dichiarazioni.

"Il periodo al Lille mi ha fatto crescere come uomo"

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Dal Benfica allo Sporting: “Mi hanno visto gli scout del Benfica e mi hanno fatto firmare, sono stato una settimana ad aspettare il pullmino che mi dovesse portare da scuola al centro di allenamento, ma niente, non passava. E quindi sono andato allo Sporting. Il Benfica si mangia le mani? Per forza (ride, ndr)”.

Nel 2018 l'attacco al campo di allenamento allo Sporting: "È stato un momento difficile per me. Avevo 18 anni, ero arrivato in prima squadra. Non avevo mai visto una cosa così. Sono un ragazzo emotivo, è stato un momento difficile".

E qui entra in gioco la figura di tua papà. Ti porta prima a Porto e poi a Lille: "Decisione difficile per me, ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia. Andare in una città che non conoscevo è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del "Mbappé portoghese. Dovevo abiatuarmi ad un nuovo paese".


La pressione aumentava: "I primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento lì ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, il campionato era di buon livello. Ero in buone mani tra allenatore e compagni. Dovevo fare uno switch nella testa per raggiungere le aspettative che avevo addosso. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top".

Leao: "Il Milan fa tanto contro il razzismo, ma questo non finirà mai"

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Lasciare il Portogallo per il calcio: "È una decisione che dovevo prendere da solo. Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l'hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così"

La battaglia di Leao al razzismo: "Noi giocatore dobbiamo essere i primi a provare di fare qualcosa e il Milan in queste situazioni qua prova sempre a fare qualcosa. È stato difficile per Mike e per tutti e noi. Bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più".

Su Del Piero e i suoi attestati di stima: "Non ci siamo sentiti, ma è un calciatore che guardavo da piccolo. Ho preso il numero 10 per i calciatori che portavano qualcosa di diverso, con magia. È un giocatore che è stato importante per il calcio".

Il gol alla Del Piero, ci avevi pensato? "No (ride, ndr). Ci provo".

La passione per il surf: "Mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell'onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare".

La querelle tra Sporting, Lille e TAS. Una causa andata avanti per tanto tempo: "È stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Sono cose che non cerchi ma arrivano lo stesso. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via".

Leao: "Maldini importante per la mia crescita. Ibrahimovic sempre vicino a me"

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Maldini e Ibra, due persone con cui instauri un grande rapporto: "Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace. Una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita".

La mentalità di Ibra: "Sapevo cosa potesse fare dal punto di vista tecnico. Ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere".

I festeggiamenti per il diciannovesimo scudetto: "Il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino sempre tutto l'anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole".

Quando pensi che possa ripetersi un evento del genere? "Ci proviamo. Non è facile, chiaro. Adesso venerdì c'è una partita importante. L'EL è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti".

Leao: "Sono arrivato al Milan bambino, non potevo lasciare il club"

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Il rinnovo fino al 2028, hai detto che non l'hai fatto per i soldi ma per un patto d'amore col Milan. Che significato ha? "Sono arrivato al Milan bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Sono arrivati poi momenti difficili e sono sempre stati qui. Non potevo lasciarli. Li amo tanto". LEGGI ANCHELe pagelle di Milan-Braga di Youth League secondo la nostra redazione >>>


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