Subito dopo la magica notte di San Siro è stato detto e scritto che le critiche a Stefano Pioli sono state ingenerose. Troppo cattivi, troppo cinici, troppo influenzati dal periodo negativo. Oggi ci ritroviamo qui, di nuovo, a parlare sempre delle stesse cose: un po' come fa Pioli alle perpetue domande su infortuni e mentalità. La sfortuna, leitmotiv di conferenze e interviste del tecnico rossonero, pesa fino a un certo punto.
Gli infortuni
—Quella degli infortuni è una situazione inspiegabile. Sono tanti, anche troppi, e spesso lunghi. Vi sono squadre, in Serie A e in Europa, che non hanno lo stesso problema, pur giocando la stessa ed identica quantità di partite. Bisognerebbe fare una valutazione più ampia, capire dove sia effettivamente la difficoltà, poiché continuare in questo modo sarebbe una tragedia.
Come può, una squadra come il Milan, competere per grandi traguardi se ad ogni match vi è almeno un giocatore che lascia il campo per un problema muscolare? La falla era nella preparazione estiva? La falla è nel recupero degli stessi infortuni? O magari nella preparazione settimanale? Non lo sappiamo, e nessuno riesce a darci una risposta. C'è bisogno di cambiare e iniziare da queste cose qui: chiedere la testa di Pioli porterebbe solo ad altri danni in questo momento. LEGGI ANCHE: Milan, quante giornate di squalifica per Giroud: ecco la risposta >>>
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