Brillante prodotto del fertile vivaio milanista, Manuel Locatelli, diciannove anni appena compiuti, è diventato un importante punto di riferimento per il centrocampo del giovane Milan di Vincenzo Montella. Titolare pressoché inamovibile da metà ottobre 2016, in concomitanza con l’infortunio di Riccardo Montolivo, Locatelli è salito alla ribalta sia per le splendide e decisive reti con Sassuolo e Juventus sia per le ottime prestazioni, tanto da scomodare i soliti ingombrati paragoni con campioni rossoneri del passato più o meno recente. Tuttavia, complice la giovane età, l’inevitabile inesperienza, la perdita – comprensibile – di brillantezza fisica sua e della squadra, le prestazioni del centrocampista lecchese sono in netto calo. Regia a volte scolastica, interventi fallosi conditi da qualche cartellino di troppo che pongono Manuel tra i più “cattivi” del Milan, Locatelli vive una fase involutiva che purtroppo condiziona le prestazioni della squadra. “Crisi di crescita” la definisce Vincenzo Montella, il quale ha per Locatelli e per l’altro enfant prodige in squadra Gianluigi Donnarumma un particolare occhio di riguardo proprio in virtù della giovane età ma soprattutto dell’enorme patrimonio di talento che non deve essere sprecato. Montella è stato molto chiaro circa la possibilità – e la necessità – che i giovani sbaglino: in quest’ottica l’errore di Udine, con la palla ingenuamente giocata di prima seppur in assenza di pressione diretta, è figlio della poca dimestichezza a giocare ad alti livelli con continuità di concentrazione.
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Locatelli, le ragioni di un’involuzione annunciata
Enrico Maggioni
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