Le prime prestazioni di Locatelli hanno fatto gridare al miracolo: predestinato si è detto di lui, scomodando paragoni che chiaramente possono far piacere ma creano confronti a volte difficili da reggere. Occorre tuttavia tanta esperienza, frutto di partire giocate e situazioni vissute nelle più disparate circostanze, per poter anche solo aspirare, ad esempio, alla carriera di Gianni Rivera, cui Manuel è stato accostato dopo il decisivo gol alla Juventus, messo a segno in campionato ad ottobre. Manuel, pur dotato di ottime risorse tecniche e grandi qualità fisiche, ha ancora molto da imparare: l’assenza di Montolivo, naturale chioccia in campo del giovane lecchese per l’interpretazione del ruolo, e la mancanza di un’altra figura di regista in rosa, costringono però Locatelli ad una vera e propria esperienza sul campo con tutti i rischi del caso in una squadra che, per blasone, è sempre destinata a fare risultato. Manuel è quasi obbligato a sbagliare per poter imparare e, seppure difeso a spada tratta da Vincenzo Montella, è conscio della necessità di doversi prendere le necessarie responsabilità. Dopo l’ingenua espulsione allo Stadium in Coppa Italia, Manuel ci ha messo la faccia scusandosi e mostrandosi consapevole della sua inesperienza: una coraggiosa presa d’atto dei propri limiti ma al contempo una bella dimostrazione di personalità.
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Locatelli, le ragioni di un’involuzione annunciata
Enrico Maggioni
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