MILAN NEWS - Ha deciso di smettere, Alessandro Matri. Ex attaccante del Milan, dove è cresciuto, ma non è riuscito a far bene. Si è affermato con la Juventus, dove ha vinto tanto. E proprio dallo Scudetto del 2012, vinto ai danni del Milan, parte l'intervista di Matri ai microfoni di Sky. Ecco le sue parole.
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Matri: “Vorrei rigiocare tutti i sei mesi al Milan, non ho dato il meglio”
MILAN NEWS - Matri, attaccante cresciuto nel Milan attualmente svincolato, è intervenuto per affrontare diversi argomenti. Ecco le sue parole.
Sullo Scudetto 2012: "Lo Scudetto 2012 è un ricordo indelebile, impossibile non emozionarsi. Sembra ieri, ma sono passati già 8 anni. Bei ricordi".
Sulla stagione prima di quello Scudetto: "Ho fatto 20 gol, tanti, tra Cagliari e Juventus. Sicuramente è stata la mia annata migliore. Dopo tre anni a Cagliari mi ero ambientato benissimo e ho fatto 11 gol fino a gennaio. Poi non ho sentito il cambio di squadra e ho fatto 9 gol in 16 partite. Numeri importanti per aver cambiato squadra. La Juve mi ha fatto sentire subito a casa e ha funzionato".
Se pensava di poter fare di più in carriera: "Quando si passa dal Cagliari alla Juve si sa che c'è più concorrenza e si può giocare meno, rendendo meno. Mi aspettavo qualche gol in più, ma non ho rimpianti".
Se ha realizzato i sogni da bambino e se ne ha ancora da realizzare: "Credo di aver realizzato i miei sogni. Quando mi sono affacciato al calcio non pensavo di avere una carriera del genere, vincendo 3 Scudetti. Ora credo di smettere, non continuerò. Sono arrivato a questa decisione visti i primi sei mesi al Brescia, poi sono mancati stimoli e le risposte dal campo non erano positive. Quindi era il momento di prendere la decisione. Le bambine me le godevo comunque, ma credo che non avevo più voglia di essere sopportato. Non fa parte del mio carattere rimanere dove non posso dare, poi si va in base anche alle richieste. Ne sono arrivate poche, ho valutato quelle che c'erano, non ero convinto e ho deciso di evitare figuracce".
Se pensa di essere calato o non voglia di fare quella vita: "No, mi mancherà quella vita. Ma se a 35 anni non si gioca con continuità si fa fatica nel calcio di oggi. In più ero arrivato con determinate motivazioni al Brescia, ma non c'è stato riscontro anche per colpa mia e a gennaio ho preso questa decisione. Solo un'occasione importante poteva farmi ripartire".
Se l'ha chiamato Brocchi: "Ci sentiamo spesso, ma hanno già 6 attaccanti di ottimo valore e in Serie B in caso c'è la lista giovani... Hanno un progetto chiaro ed è giusto puntare sui giovani. Non voglio neanche intaccare l'amicizia, magari vado lì e sbaglio... Meglio tenere l'amicizia!"
Il significato della sua esultanza: "È nata a Cagliari con Lazzari. Non giocavamo e venivamo messi in discussione. Il gesto indicava una frase che usavamo per spronarci. Era un modo volgare, ma simpatico, meglio non dirlo... Libera interpretazione".
Il suo gol più importante: "Do tanta importanza a tutti i miei gol, perchè ho fatto tanta fatica a farli. Però quello in finale di Coppa Italia contro la Lazio forse ha più importanza particolare, perchè ci ha fatto vincere la decima Coppa Italia e ho avuto la fortuna di farlo io".
Sui suoi gol nel Sassuolo: "Era fortuna (ride)".
Sull'esperienza al Cagliari e il gol più bello: "Importantissima, la mia rampa di lancio. Hanno creduto su di me dall'inizio. Mi avevano preso dal Rimini dove avevo fatto 4 gol. Non era scontata la fiducia. Mi sono trovato benissimo. All'inizio facevo fatica, poi con Allegri il terzo anno è iniziata la mia scalata. Sono solo grato al Cagliari, mi dispiace non aver lasciato un buon ricordo alla tifoseria che non ha accettato il mio cambio di squadra, ma avevo ambizioni e penso fosse normale... Il gol più bello forse col Lecce, passando in mezzo a due difensori e girata sul secondo palo".
L'allenatore con cui ha miglior rapporto: "Allegri è il mio padre calcistico. L'ho avuto al Cagliari, al Milan e alla Juve. Mi ha sempre dato tanto e fatto esprimere al meglio. Anche Conte è un grande. Con De Zerbi poi ho avuto un rapporto di guerra e amore, ci confrontavamo spesso, costruendo un rapporto di stima e lealtà. Sono cose importanti".
In cosa è diverso Allegri: "Non adatta i giocatori alla sua idea. Sfrutta i giocatori che ha, se a me piace andare in profondità, mi fa andare in profondità. Sfrutta al meglio le capacità dei giocatori e per questo tutti rendono bene".
I suoi gol preferiti nella Juve: "Uno quello con la Lazio come detto, poi ce ne sono tre o quattro. Quello col Milan l'anno del primo Scudetto per l'1-1. Oscurato un po' dal gol di Muntari di cui ancora si parla. Poi penso quello con l'Inter, l'1-0, nei primi sei mesi in cui sono arrivato".
Cosa ha voluto dire pareggiare quella partita col Milan e com'è stato giocare col Milan: "Fu un gol importante, che impedì al Milan di andare a +7 e ci consentì di superarli. Il ritorno al Milan era la realizzazione di un sogno. Era la mia mamma calcistica, mentre la Juve la donna di cui mi sono innamorato. Purtroppo è andata male, non sono riuscito a dimostrare il mio valore, mi sono caricato di responsabilità e non ho retto le pressioni del Milan e di San Siro. Chiesi io di essere ceduto perchè stavo male a non dare il mio contributo".
Una partita che vorrebbe rigiocare: "Vorrei rigiocare tutti i miei sei mesi al Milan per provare a dare tutto. Come partita singola forse rigiocherei la finale di Champions, o meglio la giocherei per vedere come me la sarei cavata".
Sull'esperienza al Sassuolo: "Ci sono arrivato quattro anni fa, dopo aver trascorso stagioni in cui cambiavo spesso squadra. Avevo bisogno di stabilità e il Sassuolo mi ha fatto sentire a casa, ridandomi voglia, nonostante non abbia fatto tanti gol. Con la tifoseria sempre un bellissimo rapporto. Non ha tantissimi tifosi, ma trasmettono la passione, risenti certi sapori di quando sei bambino".
Su Lodi e la situazione: "Sono tornato qui e sono molto toccato da ciò che è successo. Tutto è nato qui. Avendo familiari e parenti ci si informa sempre. Ho provato a dare contributi con vecchi cimeli per aiutare l'ospedale. So che le cose stanno migliorando, l'ospedale è tornato agibile con posti liberi e si può lavorare con serenità e tranquillità".
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