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Milan, ecco perchè non dovevi cedere Cutrone

Stefano Bressi

Oltre a Piatek non c'è una punta d'area di rigore e nessuno è in grado di dar respiro al Pistoleo. L'unica alternativa è Leao, ma sembra adattato.

ULTIME MILAN - Partite giocate: 4. Gol segnati: 2. Numeri impietosi per il Milan di Marco Giampaolo. Numeri da mani nei capelli. I rossoneri non realizzavano così poco nelle prime quattro di campionato addirittura dalla stagione 1986/87, la prima di Silvio Berlusconi da presidente, con Nils Liedholm in panchina. Quello perà non era ancora il Milan che poi avrebbe vinto tutto. E se da un lato può far ben sperare per il futuro di Elliott, dall'altro, rimanendo sui dati e non sulle congetture, è inquietante. A questo, si aggiunge che nessuno ha tirato in porta meno dei rossoneri in questo avvio di stagione.

Difficoltà chiare ed evidenti nel creare pericoli. Qual è il problema? Secondo alcuni il gioco di Giampaolo, secondo altri le caratteristiche dei giocatori e infine c'è chi dà la colpa a Krzysztof Piatek, non più letale come prima e incapace di adattarsi ai movimenti di Giampaolo. Difficile in realtà prendersa col Pistolero polacco. Il Milan fa fatica anche solo ad avvicinarsi alla porta avversaria. Tuttavia c'è da dire che se anche si volesse provare a trovare delle soluzioni alternative, non ci si riuscirebbe. Perché? Piatek non ha un sostituto vero.

C'è Rafael Leao, è vero, ma il portoghese nel derby perso ha dimostrato di avere caratteristiche che lo rendono un eccellente seconda punta o esterno, ma meno prima punta, anche se in Nazionale l'ha sempre fatta. In ogni caso, però, sulla fascia può essere prezioso e spostarlo potrebbe essere controproducente. Sarebbe servito un altro uomo d'area con le caratteristiche di Piatek, anche solo per farlo rifiatare a volte. Sarebbe servito un Patrick Cutrone.

L'ex numero 63 rossonero sta facendo bene in Premier League. Al Wolverhampton è molto amato e iniziano a esserci i primi rimpianti tra i tifosi. Cutrone ha sempre dato un contributo importante, anche solo entrando dalla panchina. Era in grado di cambiare la partita in pochi minuti, segnando o dando anche solo una scossa emotiva. La sua assenza inizia a farsi sentire. E forse per il Milan sarebbe stato meglio pensarci due volte prima di dirgli addio. Per la nostra esclusiva con Gianluigi Lentini... Continua a leggere >>>

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