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Stefano Pioli, tecnico del Milan (credits: GETTY Images)
ULTIME MILAN - Si è rischiato di non scendere in campo e alla fine in parte così è stato. La squadra di Stefano Pioli c'era fisicamente, ma non mentalmente. Milan-Genoa ha messo in mostra una situazione paradossale, con un Milan senza verve, senza voglia, senza grinta e senza anima. Lo stesso Zlatan Ibrahimovic, unico sufficiente, è parso quasi andar avanti per inerzia, consapevole della propria forza superiore agli altri, che perchè realmente coinvolto mentalmente.
Il risultato è stato un match con un Milan che si è limitato al compitino, a eseguire gli ordini di Pioli in panchina, a tentare qualche schema provato in allenamento, ma senza crederci, senza voler a tutti i costi trovare il gol. Emblematica la corsa di Theo Hernandez, uno che finora era stato travolgente e inarrestabile, in occasione del primo gol rossoblù: un inseguimento al piccolo trotto. Come se nulla cambiasse, ormai.
Ed effettivamente torto non gli si può dare. Il Milan ha davvero poco da chiedere alla stagione e il clima che circonda la squadra non aiuta. Tra un campionato che rischia di interrompersi, una dirigenza che abbandona a stagione in corso e un allenatore che sa già che non ci sarà il prossimo anno (come molti dei giocatori scesi in campo) per cosa dovrebbero lottare? Il silenzio di San Siro fa da cornice perfetta: il vuoto.
Una stagione intera vuota, un Milan che se dovrà in qualche modo arrivare a fine stagione lo farà probabilmente solo per non affondare, per rimanere a galla, ma di certo non per raggiungere la costa e mettersi in salvo. In semplice attesa di qualcosa. Nella migliore delle ipotesi, di una svolta di un eventuale deus ex machina; nella peggiore, della fine che sia almeno dignitosa.
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