NEWS MILAN - In principio fu 4-3-3, il modulo che Stefano Pioli decise di mantenere dopo l'esonero di Marco Giampaolo e il suo approdo a Milanello. Uno schema tattico, che però mostrava molti limiti, soprattutto per gli interpreti che ne facevano parte. Suso-Piatek-Calhanoglu, un tridente che là davanti concludeva poco e creava ancora meno.
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Milan, il 4-2-3-1 ti calza a pennello: Pioli ha trovato la chiave?
In principio fu 4-3-3, poi 4-4-2, infine 4-2-3-1: Pioli ha cambiato il terzo modulo stagionale e con quest'ultimo può aver svoltato
Poi venne il tempo del 4-4-2, con l'arrivo a gennaio di Zlatan Ibrahimovic, una vera prima punta di carattere ed esperienza che facesse al caso dei rossoneri. Con lui il Milan ha svoltato, ha iniziato ad ottenere diversi risultati positivi e soprattutto ha iniziato a segnare, un limite e un punto debole che ha caratterizzato la squadra meneghina per tutto il girone di andata.
Con lo svedese una sola sconfitta nel 2020, quella cocente nel derby dopo essere andati sopra 2-0 al termine dei primi 45 minuti. E proprio in quella occasione Stefano Pioli ha deciso di cambiare nuovamente passando al 4-2-3-1, una variabile del modulo precedente, ma che sia contro l'Inter che contro la Juventus - le due squadre più forti in Italia al momento - ha dimostrato di poter mettere in difficoltà chiunque.
Coi nerazzurri 45 minuti perfetti, con i bianconeri siamo passati a 60/65, prima di rimanere in 10 a causa dell'ingenuità di Theo Hernandez. Un modulo che risalta maggiormente le qualità di Rebic e Calhanoglu, lascia fuori la freschezza atletica di Rafael Leao, utile a gara in corso. Contro il Torino lo schieramento potrà essere confermato e allora sarà la prova del 9 per capire se la chiave per la svolta sarà stata trovata o no. Per sapere a che ora domani Pioli parlerà alla stampa, continua a leggere>>
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