Sembra quasi un peccato che i fuochi d'artificio siano stati sprecati la notte prima del fatidico match di ritorno allo Stadio Maradona. Sarebbe stato bello assistere ad uno spettacolo pirotecnico subito dopo il fischio finale di Marciniak, con i tifosi rossoneri in estasi ed i giocatori che ballano sotto il settore ospite. Purtroppo non è stato così, ma ringraziamo comunque i numerosi tifosi del Napoli che hanno provato a distrarre i ragazzi di Stefano Pioli, ci hanno dato un ulteriore dimostrazione di quanto tutto il Milan fosse focalizzato sul passaggio del turno.
Ora ci attende l'Inter, in un derby che ricalca molto, per varie questioni, quello del maggio 2003. Ci sarà tempo e spazio per parlarne, tante saranno le similitudini, così come la voglia di entrambe le squadre di poter eliminare i propri cugini. Eppure, ora il Milan deve concentrarsi in una classifica, quella di Serie A, da aggiustare il più velocemente possibile. Il ritorno della Juventus non porta buone notizie, poiché i bianconeri vanno ad occupare un posto e dunque i 2 disponibili diventano uno solo. Qualificarsi alla prossima Champions League risulta quindi essenziale sia economicamente sia sportivamente parlando.
La classifica parla chiaro e, escludendo il Napoli ormai irraggiungibile, vede la Lazio al secondo posto con 61 punti, la Juventus al terzo con 59 e la Roma al quarto con 56. Almeno fino a qualche giorno prima del 10 maggio, il Milan non deve fare altro che vincere, senza fare calcoli o sperare che le altre davanti inciampino. La squadra di Mourinho può essere agguantata, complice anche un calendario che vedrà i giallorossi affrontare prima l'Atalanta e poi proprio i rossoneri. Arrivare al 30 aprile con due successi, contro Lecce e Roma, permetterebbe al Milan di affrontare l'euroderby decisamente con più tranquillità.
Non dimentichiamoci, però, di Lazio e Juventus. I 6 punti di distacco dai bianconeri e gli 8 dai biancocelesti non risultano essere un gap incolmabile, anzi. Al Milan rimangono ancora tre scontri diretti, guarda caso proprio contro le squadre allenate da Sarri, Allegri e Mourinho. Non stiamo dicendo che alla fine dei conti i rossoneri sicuramente occuperanno un posto valevole per la prossima Champions League, ma questo gruppo ci ha spesso sorpreso e, almeno sulla carta, non ha assolutamente nulla da invidiare alle squadre poste al di sopra.
I tormenti del Napoli
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Torniamo per un attimo indietro, al match di Champions League giocato al Maradona. I rimpianti da parte del Napoli son tanti, soprattutto se tenessimo conto di un complessivo 6-1 nei tre incroci tra Europa e Serie A. Forse, però, il rammarico più grande va a Spalletti, complice una testardaggine che non ha permesso agli azzurri di cambiare almeno una volta un piano partita che non aiutasse il Milan. I rossoneri hanno sfornato delle prestazioni di sostanza, non da provinciale come si può leggere su alcuni social. Pioli ha saputo sfruttare le caratteristiche dei suoi ragazzi, dagli spunti di Brahim Diaz e Leao fino alla caparbietà di Krunic, Tonali e Bennacer.
Tuttavia, risulta triste e poco sportivo leggere e ascoltare di alcune recriminazioni. Le ammonizioni di Kim e Anguissa sono da manuale di arbitraggio, così come il tiro dal dischetto poi sbagliato da Giroud. Se volessimo essere fiscali, allora, dovremmo buttare nel mezzo anche i due rigori negati a San Siro, su Krunic e Saelemaekers, che probabilmente avrebbero condizionato ancora di più il match di ritorno. L'amarezza è una conseguenza naturale, soprattutto se tifi una squadra che ha dominato un campionato ed è stata elogiata pubblicamente da tutti. Purtroppo, però, giocare bene non significa sempre vincere e appendersi sugli episodi non aiuta a buttare giù una sconfitta. Il Napoli rimane tra le più forti d'Europa, ma in Champions League pesano anche i sentimenti storici ed un passato che certifica quanto il bel gioco, a volte, non basti. LEGGI ANCHE:Milan, Maldini punta due giocatori della Salernitana >>>
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