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Stefano Pioli (allenatore AC Milan), qui durante Milan-Empoli 0-0 (Serie A 2022-2023) | News (Getty Images)
Questo mese di aprile si sta rivelando più lungo di quanto il calendario mostri, siamo solo al 14 eppure sembrano esser passati giorni, notti, solstizi e letarghi. Il Milan si appresta a preparare una gara in sole 48 ore, esattamente il tempo che separa il vittorioso match di Champions contro il Napoli a quello, ugualmente importante, di campionato contro il Bologna. A sentir parlare la voce del tifo sembra girare molto pessimismo: la squadra allenata da Thiago Motta arriva bella che fresca dal successo contro l'Atalanta seppur privo di due elementi chiave come Orsolini e Soriano. E allora? Ci si domanda. Dov'è il problema? Facile, il guaio arriva dal Milan stesso.
Mercoledì 18 aprile ci aspetta l'ultimo episodio di una trilogia vissuta da sfavoriti. Non che si contesti questo disequilibrio nonostante due vittorie in 10 giorni contro la banda Spalletti, anzi, il favore del pronostico è più un peso che un pregio. Tuttavia, la Champions League resta un sogno da godere partita dopo partita e quella allo Stadio Maradona si appresta ad essere una vera e propria guerra su un campo infuocato. Ma quindi, questo problema sopracitato, dove si pone? Si pone a Bologna, poiché in questa stagione abbiamo potuto assistere a due Milan ben diversi tra loro: quello europeo e quello italiano.
Le ultime notizie parlano di un cambio massiccio, una formazione completamente nuova per interpreti e caratteristiche. Non si sa ancora se mister Pioli andrà verso la scelta di mettere in campo, in un blocco solo, Origi, Vranckx, Ballo-Touré, Pobega, Florenzi e Kalulu, ma i rumors stanno portando a non poca inquietudine. D'altra parte, come dargli torto? Contro l'Empoli non sono arrivati i risultati sperati, così come fu contro la Cremonese, ma anche con la Salernitana i nuovi entrati in campo non riuscirono a dare la spinta giusta. E allora il dilemma amletico, un'incertezza spinosa quanto pericolosa. Cosa fare? Mettere i titolarissimi e pregare che non si facciano male o buttare nella mischia coloro che sono stati bocciati su più fronti? Deciderà Stefano Pioli, tecnico risoluto che di certo non si farà influenzare dai consigli al di fuori di Milanello.
I dati alla mano, tuttavia, non aiutano di certo a calmare le acque. In 9 occasioni nelle quali è stato effettuato un turnover sono arrivate solo 4 vittorie. È bene, però, contestualizzare, riprendendo magari un'intervista di Rafa Benitez del 2015, allora, guarda caso, allenatore del Napoli. Il tecnico spagnolo, incalzato dalla domanda di un giornalista, rispose chiedendogli cosa fosse davvero un turnover. L'inviato replicò: "Quando voglio far rifiatare qualcuno per dare spazio ad altri che hanno bisogno di entrare in forma". Benitez, astutamente, chiese in quale misura il turnover possa essere definito tale, se con uno, due, tre o quattro cambi. I giornalisti si trovarono in difficoltà, poiché il concetto stesso dei cambi varia da periodo a periodo.
Nel momento in cui il campionato è ormai vinto da una squadra che ha corso il triplo rispetto alle altre ma, al contempo, hai un ritorno di Champions League che potrebbe garantirti l'accesso alle semifinali, la risposta non può che essere sì. Un traguardo solo immaginato e ora lì ad un passo da te non ti concede di poter pensare ad altro, soprattutto perché avresti anche la possibilità di giungere in finale. Mettere in campo le "seconde linee" e poi passare il turno in coppa garantirebbe agli stessi di poter continuare a giocare e trovare una costanza finora colta male. Una vittoria, poi, a Bologna, riuscirebbe magari anche a svoltare la stagione di giocatori come Origi, De Ketelaere e Rebic, parecchio criticati finora.
Passare il turno in Champions League ma non qualificarsi alla stessa competizione per la prossima stagione sarebbe ignobile. La classifica mostra il Milan al quarto posto con 52 punti, alle spalle di Lazio e Roma, rispettivamente con 58 e 53 punti. Dietro, invece, c'è l'Inter a 51 e l'Atalanta a 48. Insomma, i rossoneri si ritrovano proprio al centro del ring e nessuna delle squadre citate si farà scrupoli a buttarlo fuori. Per questo motivo, vincere contro i ragazzi di Thiago Motta sarebbe fondamentale, soprattutto perché il Milan ha ancora due scontri diretti: proprio quelli con Roma e Lazio. Arrivare contro questi ultimi e farlo magari con gli stessi punti, o addirittura di più, darebbe un grosso vantaggio, sia numerico che morale. LEGGI ANCHE: Spalletti stuzzica il Milan: "Non ne cambierò 10.." >>>
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