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Milan, quanto vale un’amichevole? Dagli USA al Trento in vista del Novara

Mentre il Milan si appresta a preparare l'esordio in campionato contro il Bologna, andiamo ad approfondire le ultime amichevoli dei rossoneri

Il peso di un'amichevole lo si misura da diversi fattori, meramente economici, senza dar troppa attenzione a risultati e uomini in campo. Le stesse tournée hanno un valore finalizzato al brand, alla nomea di club, al bacino di pubblico da conquistare. Come se, poi, il Milan avesse bisogno di essere notato, scoperto, in altri lati di mondo. I rossoneri sono reduci da ben 6 sfide, partite il 20 di luglio, e che vedrà nell'Etoile Sahel e nel Novara le ultime due concorrenti di questa estate.

Facciamo un bilancio, sommario, delle partite giocate finora dal Milan di Stefano Pioli. 5 match, escludiamo quello contro il Lumezzane, 6 gol fatti, di cui uno solo su azione, e ben 8 reti subite. Nel mezzo tanti giocatori nuovi, alcuni dei quali non hanno partecipato al viaggio negli USA, e conseguenti meccanismi da oliare. Abbiamo potuto fin da subito ammirare Loftus-Cheek, Reijnders, Pulisic, Romero e Sportiello. Abbiamo assaporato un po' di Chukwueze e Okafor, mentre per Musah dobbiamo ancora attendere.

Il punto sulle amichevoli

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Insomma, nonostante i risultati altalenanti i tifosi rossoneri hanno avuto la possibilità di scorgere un Milan nuovo, padrone del mercato ma meno del campo. Inutile approfondire le prestazioni individuali, sono pur sempre partite estive, ma ci sono alcuni appunti interessanti e altri preoccupanti. Partiamo dai lati positivi, questa squadra ha un chiaro atteggiamento offensivo. Gli uomini in campo sono giocatori d'attacco, da inserimento, da regia con la testa alta. Reijnders appare come un futuro top di reparto, Loftus-Cheek sembra giganteggiare fra gli avversari e Pulisic ha la qualità di uno che la Champions League l'ha vinta. Ma allora, da dove provengono questi timori?

Sul piano tattico spuntano le prime note dolenti. Se vuoi dominare l'avversario serve comandare il gioco, mantenere il pallone e, cosa fondamentale, recuperarlo subito non appena perso. Ecco, questo Milan effettua, alle volte, un discreto pressing, aggredisce gli avversari ma subisce tanto il palleggio, i cambi di fronte e la velocità. Una naturale conseguenza di un recupero non fatto benissimo, poiché lo stesso Pioli ha spiegato che vi è ancora tanto su cui lavorare ma è chiaro che sul pressing c'è un enorme cantiere aperto.


Basti pensare ai match contro Real Madrid e Monza, quando i rossoneri si fiondavano in avanti alla ricerca del pallone ma finivano per essere imbucati da un lancio o un veloce filtrante. Ben venga un atteggiamento propositivo, sia chiaro, ma questo ha bisogno di essere limato, perfezionato nei minimi dettagli. Concludiamo, infine, con il reparto offensivo. Leao, Giroud, Chukwueze, Okafor e Pulisic sono nomi da far paura, ma finora l'unico gol su azione non è stato segnato da nessuno di loro, bensì da Romero. Anche qui il discorso è lo stesso, vi sono certi meccanismi da far combaciare, vi sono giocatori che devono ancora scoprire i propri compagni, ma il potenziale c'è e se venisse sfruttato al meglio, allora, durante la stagione che sta per iniziare potremmo divertirci parecchio. LEGGI ANCHE: Milan, quale futuro per Kjaer? Da leader a cedibile >>>


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