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Nesta: “Al Milan hanno iniziato a fare le cose bene. Sulla finale del 2005…”

Alessandro Nesta, ex difensore del Milan (getty images)
Alessandro Nesta, ex difensore del Milan, ha rilasciato una lunga intervista sul suo passato da calciatore e non solo. Ecco le sue parole

Intervistato da Antonio Dikele Di Stefano durante il format 'Basement Café 5', Alessandro Nesta ha rilasciato delle dichiarazioni.

Su qual è stata la più grande vittoria in carriera: "Mondiale, anche se mi sono fatto male alla terza partita. Le vittorie che ho sentite di più sono state la prima Champions League, nel 2003 con la Juve e lo scudetto con la mia squadra del cuore, la Lazio: era il sogno mio e della mia famiglia. E' stato il top".

Se ha rinunciato a qualcosa: "No, nessuna rinuncia. Forse qualche serata in discoteca a 14 anni (ride, ndr). Io sono stato male quando ho smesso perché quella botta di adrenalina che arrivava la domenica, a 'San Siro' con la musica dei Guns and Roses, con luci che si accendono... Quella botta di adrenalina diventa una droga. Adesso ho il problema, non prima. Prima era spettacolare".

Nesta su come riempie quel vuoto: "E' difficile. Sono una persona equilibrata, ma quando ho perso quella botta di adrenalina ho avuto problemi. La vita mi sembrava tutto normale, mia moglie mi porta a Santo Domingo, albergo super figo, tutto bellissimo, ma dopo un giorno le chiedevo 'quando ce ne andiamo?'. E' diventato tutto normale, ho fatto fatica ad apprezzare. Adesso però ci sono i figli che mi danno quella motivazione, però ho fatto fatica".

Se gli è capitato di parlare con altri calciatori di questa situazione: "Uno dei miei migliori amici, Favalli, ha comprato la moto e va sempre in giro con la moto. Lui ha trovato la pace con la moto. Io non trovavo questa motivazione, per me c'era solo il calcio. Potevi portarmi sulla luna, non me ne fregava niente".

Su Baggio 'contento' di aver smesso perché soffriva troppo gli infortuni e se ha pensato la stessa cosa: "Io sì. L'ultima partita l'ho fatta a Montreal, in Canada, e mi sono stirato, per chiudere in bellezza e non farmi mancare niente. E ho pensato 'cavolo, mi sono stirato e non vado a fare la risonanza?', questa è una figata. Dopo però vado sul divano e mia moglie dice di andare a fare la spesa. Due giorni dopo, di nuovo. E dicevo 'ho 38 anni, andrò a fare la spesa tutti i giorni?'. Prima non succedeva, è lì che arriva la botta, che vai giù di testa".

Nesta su Zeman che lo sposta in difesa: "Ero ragazzino, facevo il centrocampista. A volte anche terzino destro. Poi succede che in una stagione, nelle ultime tre partite, si fanno male tutti e mi mette centrale. L'anno dopo arriva Cragnotti con i soldi e dice 'scusate, chi prendiamo in difesa?' e Zeman rispose 'c'è quel ragazzino lì, giocherà lui'. L'avevo preso per matto. Ero spaventatissimo".

Nesta sul Milan che è tornato a vincere lo scudetto: "Al Milan hanno riiniziato a fare le cose fatte bene. Sono arrivate finalmente persone serie, non lo dico perché è amico mio ma Paolo Maldini è un ragazzo in gamba. Sa far calcio, ha vissuto sempre il calcio con umiltà, un campione al di sopra di tutti noi, noi nel calcio lo riconosciamo come qualcosa di superiore. Lo reputo una persona molto intelligente, hanno trovato un allenatore giusto, lo hanno accompagnato e hanno avuto risultati".

Se Messi è il migliore di tutti: "Per me no. Sono legato a Ronaldo il brasiliano. Io ho giocato contro tutti loro. Cristiano e Messi li ho beccati a 38 anni, ero già mezzo fritto. Il brasiliano invece l'ho beccato a 22, nella finale a Parigi di Coppa UEFA. Lì ho perso la finale, ma sono uscito sereno. Mi sono seduto dentro lo spogliatoio e mi chiedevo cosa potessi fare di più, ma non potevo fare nulla perché ho incontrato il calciatore più forte che abbia mai visto e le mie capacità non sono sufficienti per fermarlo. Una forza, una classe... un giocatore strepitoso. Gli altri sono forti. C'è una partita che ti fanno gol, in altre te la giochi. Con lui non te la giochi, impossibile".

Nesta su Ronaldo il fenomeno al Milan: "C'è stato un periodo che tutti quelli mezzi rotti, come me, non andavamo più in nazionale. Rimanevamo i brasiliani, il fratello di Kakà, gli italiani, io, Brocchi, Ambrosini... Gli allenamenti lì sono noiosi, quindi decidiamo di organizzare una partita Italia-Brasile, con le magliette, sei contro sei. Si presenta Ronny, era già un po' pienotto, ma ci ha dato una rumba che alla fine abbiamo litigato tra noi. Avevamo la frustrazione, ho litigato con Ambro, lui che mi insultava, ci avevano rincoglionito. E' un fenomeno mai visto, un ragazzo eccezionale... Numero uno".

Su Seedorf: "Per tre volte ci siamo picchiati, io lo amo. Anche perché il presidente è duro, muscoloso. Adesso siamo come fratelli, io gli voglio proprio bene. Adesso andiamo a fare le partite insieme, ma nei momenti di tensione non ci capivamo. Litigavamo per tutto. Lui diceva 'A' e io 'B'. Lui era sempre al contrario e io impazzivo, gli dicevo basta. Poi nelle partite volano parole, magari vai fuori casa e non la becchi mai. A fine primo tempo ti hanno fatto una testa così, uno ti dice una parola così... In tutti gli spogliatoi succede di tutto, l'importante è che dai tutto in campo. Clarence è la persona con cui ho litigato di più nella mia vita, invece adesso mi è arrivato a lasciare anche il figlio per tre giorni in casa mia. E' come se fosse mio fratello, ma nel calcio c'è così tanta pressione che i nervi ti saltano".

Nesta sulla finale con il Liverpool nel 2005: "A fine primo tempo nello spogliatoio stavamo litigando, anche quel giorno. Primo tempo 3-0, li avevamo distrutti. Per me Benitez cambia perché ha paura di prenderne 5. Kakà andava a tremila, Crespo, Sheva... Eravamo troppo più forti. Però quando siamo rientrati si vedeva che eravamo più nervosi. Litigavamo perché sapevamo che non era ancora finita. Non è vero che stavamo festeggiando, eravamo sul pezzo. Poi quando siamo rientrati in campo, prendiamo il primo gol... Avevamo iniziato ad avvertire che loro iniziavano a crederci. Gerrard era ovunque, hanno la fortuna che si infortuna Kiwell, inguardabile quel giorno ed entra Smicer che fa gol. Dopo il secondo gol è entrata la paura, lì inizi a traballare, ci hanno fatto il terzo. Poi ci sono quelle partite che ti vanno bene anche se vai in palla, altre... Noi eravamo troppo più forti, fortissimi. E' stata una lezione per tutti. Torniamo in finale nel 2007 per quella partita. Quell'estate siamo andati tutti in depressione. Gattuso voleva andare via, io ogni mattina mi svegliavo sempre a pensare a quella cavolo di partita. Poi siamo tornati e ci siamo detti di ritornarci. Non può finire così male, abbiamo fatto una finale di Champions così... Poi il destino ha voluto che li rincontrassimo e abbiamo giocato cento volte peggio". LEGGI ANCHE: Milan, 5 nomi per il nuovo bomber >>>

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