"Avevamo la percezione che il Milan non volesse più Donnarumma"
—Sulla rottura con il Milan: "In quel periodo si era passati dall'era Berlusconi a una società che faticava a portare avanti un progetto; Gigio aveva una carriera davanti a sé, rimanere in quel contesto non era la scelta giusta. Se in quel momento ci fosse stato il Milan di oggi con tanto di vetrina della Champions League, penso che sarebbe rimasto e avremmo parlato di un'altra storia. Ma non è stato l'unico motivo che ci ha fatto andare via. Avevamo la percezione che la società non volesse tenere Donnarumma, non c'era una grande voglia di chiudere l'accordo per il rinnovo".
Se tornerà in Serie A: "Il calcio è bello perché è imprevedibile, può succedere di tutto. Oggi la vedo dura, ma mai dire mai".
Raiola: "Ibrahimovic ci è sempre stato vicino. Sarà un grande dirigente"
—Su Zlatan Ibrahimovic: "Ci è sempre stato vicino, anche durante la malattia di Mino. Ci ha detto che per noi ci sarà sempre. Anche a me ha sempre detto che non voleva entrare in discorsi legati alle cifre, ai numeri... ha scelto Mino come agente per far fare tutto a lui. Quando dice che ha poca pazienza ha ragione: non può sedersi a trattare con gli agenti, la sua esperienza va sfruttata per altro".
Su Zlatan Ibrahimovic come dirigente: "E' una persona molto riflessiva, e spesso gli errori si fanno quando si improvvisa o c'è fretta di fare determinate scelte. Zlatan ha grande esperienza e un carattere talmente forte che non c'è pressione che può smuoverlo. Farà molto bene e sarà un grande dirigente".
Su Ryan Gravenberch, accostato anche al Milan: "Ai temi dell'Ajax c'era stato un forte interesse da parte dei tre top club italiani; quando era al Bayern Monaco si era fatto avanti qualche società pensando di prenderlo a prezzo di saldo perché giocava meno, ma così non è stato". LEGGI ANCHE: Mercato Milan - Zirkzee in stallo, ma rossoneri tranquilli
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