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Francesco Acerbi e Josip Ilicic durante Atalanta-Lazio (credits: GETTY Images)
ULTIME NEWS MILAN - Francesco Acerbi, nella bella intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, ha parlato dell'esperienza non positiva con la maglia del Milan, avvenuta nella stagione 2012-2013: "Ho sempre avuto bisogno di un avversario per dare il massimo, l’ho idealizzato per molto tempo nella figura paterna. Dopo la morte di papà sono precipitato e ho toccato il fondo. Ero al Milan, mi sono venuti a mancare gli stimoli, non sapevo più giocare. Mi sono messo a bere e, mi creda, bevevo di tutto. Potrà sembrarle un paradosso terribile, ma mi ha salvato il cancro. Avevo di nuovo qualcosa contro cui lottare, un limite da oltrepassare. Come se mi toccasse vivere una seconda volta. E sono ritornato bambino. Sono riaffiorate immagini che avevo completamente dimenticato".
Sulla malattia: "Guardi, credo che la malattia mi abbia addirittura migliorato, cancellando rimorsi e rimpianti. Sono diventato un osservatore del paesaggio che sta attorno a me. Ho eliminato il superfluo, le persone negative, ma anche le illusioni. Ho smesso di sognare, preferisco fissarmi dei traguardi semplici. Volevo la Nazionale, per esempio, e me la sono ripresa. Un’ansia di meno. Come la tengo a bada? Calcio e casa, e basta. Cazzo Ace, mi ripeto di continuo, non pensare ad altro. Poi, certo, c’è il lavoro con lo psicanalista che mi segue dai tempi del Sassuolo. Lui sta a Modena, io a Roma. Ci diamo appuntamento il venerdì pomeriggio, con una videochat. Passiamo un’ora che mi fa stare bene". Intanto ecco alcune curiosità sulla partita tra Milan e Roma, continua a leggere >>>
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