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Tutto era partito dall'arresto per narcotraffico di Rosario D'Onofrio, procuratore capo degli arbitri italiani. Ma la questione si è rivelata più complicata del previsto, con altri soggetti coinvolti. Ora l'indagine si è chiusa, ma ci sono nomi importanti che si dovranno difendere dalle pesanti accuse che sono state loro rivolte. Secondo quanto riferito dal Corriere dello Sport, infatti, la procura federale ha accertato le responsabilità del numero uno dell'AIA, Associazione Italiana Arbitri, Alfredo Trentalange. Sul suo conto sono emersi comportamenti rilevanti dal punto di vista disciplinare e le conseguenze potrebbero essere pesanti non solo per lui, ma per tutto il movimento.
Adesso Trentalange avrà a disposizione 15 giorni per rispondere alle domande del procuratore Chiné dal quale ha voluto farsi ascoltare. Nonostante ciò sembra non abbia intenzione di dimettersi, anche se il consiglio federale del 19 dicembre potrebbe concludersi con il commissariamento.
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