Chi si aspettava, dunque, la 'Zlatan Supremacy' per anni ammirata in campo, è rimasto deluso. Ibrahimovic, in questa sua nuova veste, è parte integrante del gruppo di lavoro rossonero: Geoffrey Moncada propone, lui e Giorgio Furlani approvano, a Cardinale spetta la scelta finale.
«Non è un one man show — ha spiegato Ibrahimovic —, qui nessuno ha obiettivi personali. Spesso molti ex giocatori che diventano dirigenti pensano di sapere già tutto, io no, parto da zero, ho tanto da imparare ma anche tanto da dare». Ibrahimovic è stato molto chiaro sullo spiegare, ai cronisti presenti a Milanello ma anche ai milioni di tifosi del Milan a casa, perché sia stato scelto Fonseca e non Conte per la panchina.
"Conte? Non avrebbe cambiato undici giocatori, però ..."
—«Vogliamo che Fonseca porti la sua identità, un gioco dominante. Conte? Non è mai stato tra i nostri profili, con tutto il rispetto cercavamo altro. Non dico che avrebbe cambiato undici giocatori quello no, però ...». Una frase che conferma come, con tutta probabilità, il ricorso a una figura come il tecnico salentino avrebbe di fatto portato allo stravolgimento dell'attuale organico.
Chiosa di Ibrahimovic, alla sua prima conferenza ufficiale da uomo RedBird per il Milan, sul mercato. In merito alla trattativa per Joshua Zirkzee ha detto: «È molto bravo, ma abbiamo una lista di nomi. Bisogna fare il bene del club, non si fa beneficenza», in riferimento alle commissioni chieste dal suo agente, Kia Joorabchian.
E sui big: «Grazie ai conti sani non dobbiamo vendere nessuno per comprare: Mike Maignan, Theo Hernández e anche Rafael Leão restano. The future is bright». LEGGI ANCHE: Calciomercato – No Zirkzee? No problem! Il Milan ha cinque alternative >>>
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