Il Milan di Berlusconi, una rivoluzione vincente
—Curava ogni dettaglio, dalla ristrutturazione della vecchia sede a Via Turati a quella del centro sportivo di Milanello; dal colore dei pantaloncini dei giocatori (bianchi e non più neri) al restyling societario. In una riunione, famosa, nel castello di Pomerio, conferì a Silvano Ramaccioni i poteri di team manager, il primo nella storia del calcio moderno.
Il suo primo Milan aveva Nils Liedholm in panchina, ma la squadra non ingranava. Via il santone svedese, allora, e dentro Fabio Capello, promosso dalla Primavera. Il suo Diavolo chiuse al quinto posto, conquistando la qualificazione in Coppa UEFA. Berlusconi, però, che già si era innamorato del Parma di Arrigo Sacchi, che aveva eliminato il Milan dalla Coppa Italia, affidò la squadra all'allora giovane tecnico di Fusignano. 'Spostando' Capello in dirigenza nella nuova polisportiva Mediolanum.
Da lì, è storia. Grazie anche gli acquisti degli olandesi Ruud Gullit e Marco van Basten (poi raggiunti da Frank Rijkaard), il primo Scudetto nel 1988. Quindi la prima Coppa dei Campioni, nel 1989, con il 4-0 rifilato allo Steaua Bucarest poi la Coppa Intercontinentale, nello stesso anno, con l'1-0 al Nacional Medellin ai supplementari.
Il Milan di Berlusconi, però, ha fatto rima con continuità. Lui si è sempre divertito a parlare di calcio, dando 'consigli tattici' a tutti i suoi allenatori, convinto come il Diavolo migliore fosse quello con trequartista e due punte. Intanto, però, i successi continuarono a sommarsi. Un'altra Coppa dei Campioni nel 1990, con l'1-0 al Benfica ed un'altra Coppa Intercontinentale, con il 3-0 ai paraguaiani dell'Olimpia Asuncion.
Qualche brutta sconfitta, come il k.o. di Marsiglia (1991) nella notte dei riflettori del 'Vélodrome', la squalifica di un anno dalle coppe europee, l'allontanamento di Sacchi per salvare il rapporto e la permanenza di van Basten e la (nuova) chiamata di Capello in panchina. Con lui, una Coppa dei Campioni nel 1994, con il 4-0 al Barcellona, ma soprattutto quattro Scudetti in cinque anni fino al 1996.
Trofei su trofei, campioni su campioni: che ciclo!
—Nel frattempo, Berlusconi era entrato in politica, fondando Forza Italia e il Milan si era già avviato verso un lento declino, malgrado l'arrivo di gente come Jean-Pierre Papin, Andriy Shevchenko, Ronaldinho, Zlatan Ibrahimović. I primi 16 titoli del suo Milan arrivarono tra il 1988 e il 1994; gli altri 13 nelle successive 23 stagioni. Scudetti sporadici con Alberto Zaccheroni (1999) e Massimiliano Allegri (2011), nel mezzo il ciclo di Carlo Ancelotti, con un titolo italiano (2004) e 2 Champions League (2003 e 2007).
L'ultima gioia, ha ricordato la 'rosea', di Berlusconi come Presidente del Milan è datata 23 dicembre 2016, a Doha, con la Supercoppa Italiana vinta ai rigori contro la Juventus. Qualche mese dopo, la cessione del club ai cinesi e la fine di un'epoca, prima di rituffarsi nel calcio con il Monza. Milan, un vice Bennacer di qualità per Pioli >>>
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