L'anno successivo, poi, ecco arrivare Ruud Gullit, preso dal PSV Eindhoven per 10 miliardi delle vecchie lire e Marco van Basten, prelevato dall'Ajax per un miliardo e 600 milioni di lire. A loro, poi, si aggiunsero Carlo Ancelotti, preso dalla Roma per volere di Sacchi, e Frank Rijkaard.
Nel ciclo di Fabio Capello alla guida del Milan di Berlusconi, poi, gli acquisti di Zvonimir Boban (1991, mandato per un anno in prestito al Bari), Jean-Pierre Papin e Dejan Savićević (1992), anche quest'ultimo scippato alla Juventus. I colpi di mercato di Berlusconi, poi, sono proseguiti negli anni, anche malgrado il suo ingresso nella vita politica italiana.
Il Milan di Berlusconi: da Baggio a Ibrahimović
—Nel 1995, dunque, ecco arrivare al Milan due attaccanti del calibro di Roberto Baggio (Juventus) e George Weah (PSG). Qualche anno più tardi, 1999, ecco Olivier Bierhoff e Andriy Shevchenko. Tutti e quattro saranno protagonisti nelle vittorie del Milan in Italia; l'ucraino diventerà il top scorer rossonero di tutti i tempi dietro Gunnar Nordahl.
Anche negli anni Duemila, poi, Berlusconi ha contribuito a fare sempre più grande il suo Milan. Portando in rossonero elementi italiani come Massimo Ambrosini e Gennaro Gattuso, Palloni d'oro come Rivaldo, ma, soprattutto, oltre a Filippo Inzaghi e Manuel Rui Costa (2001), un faccino pulito come quello di Ricardo Kaká (2002).
Inutile anche ricordare quanto il Milan abbia vinto in Europa con tutti loro. Nel Diavolo di Berlusconi hanno anche trovato spazio stelle del calibro di David Beckham, Ronaldo Il Fenomeno e Ronaldinho, nonché Antonio Cassano e il simbolo dell'ultimo Milan vincente, Zlatan Ibrahimović (2011), ritiratosi dal calcio giocato proprio qualche giorno prima della scomparsa dell'ex Cavaliere. Chelsea, soldi e un giocatore per Maignan >>>
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