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Bierhoff: “Maldini e Boban diversi, ma insieme hanno una grande forza”

Oliver Bierhoff, team manager della Germania (credits: GETTY Images)

Attraverso una lunga intervista alla Gazzetta, l'ex attaccante del Milan Oliver Bierhoff ha parlato dei rossoneri e dei suoi amici Maldini e Boban

Alessio Roccio

ULTIME MILAN - In occasione della visita in Italia per la finale dell'Europeo U21, persa dalla sua Germania contro la Spagna, l'ex attaccante del Milan Oliver Bierhoff ha rilasciato una bella intervista alla Gazzetta dello Sport pubblicata questa mattina.

L'incontro con Costacurta: "E' sempre in forma ed elegante. Con tutto quello che ha vinto Billy in carriera non credo si ricordi che nello Scudetto del '99 c'ero anche io - scherza il tedesco -. Era il Milan di Zaccheroni, arrivammo entrambi dall'Udinese. Zac faceva giocare molto bene tutti".

Su Maldini e Boban: "Sono una bella coppia proprio perché sono diversi. In qualsiasi club servono persone che conoscano il calcio, proprio come loro. Che mettano la faccia e rappresentino l'identità della squadra. Sono abituati a convivere con le pressioni e a prendere decisioni importanti. Sono diversi, ma insieme hanno una grande forza. Anche a livello sportivo se un giocatore è chiamato da due come loro li ascolti per forza".

Sull'Europa League persa: "E' una competizione che costa molte energie e se non arrivi in finale non hai nemmeno un ritorno economico importante. Si può ricostruire in pace senza affaticamenti e puntare a tornare in Champions League con più forze. Da questo punto di vista può essere un vantaggio. Ne parlavo con Klopp e anche lui è d'accordo con me nel dire o la Champions oppure niente. Per la storia che ha il Milan conta solo la Champions".

Sui problemi societari degli ultimi anni: "Capitano gli anni in cui le grandi squadre vanno in difficoltà. Se dura per un periodo lungo significa che non si è vista la strada più chiara. Ci vuole tempo e serve continuità. Mi sorprende che una società come il Milan con la sua storia debba aspettare chi investe bene".

Sullo stadio: "Demolire San Siro? E' una decisione difficile. Anche noi abbiamo il problema con Berlino. Per quello che rappresenta nel calcio non sarebbe giusto, ma il mondo cambia e le nuove tecnologie vanno valutate. La gente in tribuna vuole internet e i servizi moderni. E lo sta dicendo un calciatore che ha sempre considerato l'entrata di San Siro come una grande emozione".

Sul Milan di Berlusconi: "Ricordo che era molto gentile e cordiale. Ci fece i complimenti anche se non era il tipo di calcio che amava. Io non ero uno dei più coccolati, ma sono molto orgoglioso dei 19 gol di quell'anno e di aver giocato nel Milan".

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