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Zvonimir Boban, Chief Football Officer del Milan (credits: GETTY Images)
ULTIME NEWS MILAN - Zvonimir Boban, Chief Football Officer del Milan, ospite del "Festival dello Sport", evento organizzato dalla Gazzetta dello Sport, ha rilasciato importanti dichiarazioni. "Credo che si debba partire sempre dai valori. Io non credo di essere stato cattivo con la gente. Giornalista vuol dire migliorare la realtà attraverso la verità. Io da giornalista credo di non aver mai offeso, ma di aver sempre detto la verità, che bisogna cercarla ogni giorno".
Sul Milan di Sacchi: "Sacchi ha cambiato la storia del calcio e quel Milan in fondo è anche l'inizio della mia storia. Ho visto in gran forma anche adesso tutti quei campioni. Il mio Milan era un po' diverso. Eravamo più pragmatici, cinici, logici. Ma quella squadra resterà unica".
Sul perché è ritornato al Milan: "Perché sono ritornato al Milan? Non lo so neanche io (ride, ndr)".
Sulla battuta precedente: "Mi piace stare al Milan, prima era solo una battuta".
Sul suo lavoro al Milan: "Io lavoro per far tornare grande il Milan. Sono qui da poco, bisogna lavorare tanto sotto tutti gli aspetti. Io e Paolo Maldini mettiamo il nostro sapere a disposizione per far tornare grande il Milan, per ora non è andata bene (ride ndr), ma c'è spazio per migliorare. Io e Paolo non abbiamo la bacchetta magica, ma faremo di tutto per migliorare".
Sull'attualità: "Stiamo vivendo un momento difficile. Mandare via un allenatore è una sconfitta per tutti. E' una scelta che abbiamo preso tutti, non solo io. Giampaolo è un bravo allenatore, ma questa scelta è stata fatta per il bene del Milan. Vogliamo arrivare ai risultati con il gioco".
Su Giampaolo e l'arrivo di Pioli: "Quando le cose non vanno bene, i colpevoli sono tutti, allenatore, giocatori e noi dirigenti. L'esonero è una sconfitta per tutti. Speriamo di fare bene ora con Pioli. Non è una seconda scelta per noi. E' un uomo forte, ha buone idee di calcio ed è subentrato diverse volte facendo bene".
Pioli normalizzatore? "Non direi. E' un pragmatico, anche per questo riesce a prendere le squadre in corsa facendo buoni risultati. Ora sta studiando i calciatori".
Su Spalletti: "Abbiamo valutato diverse possibilità. Spalletti è un grande allenatore, ma questo non vuol dire che Pioli sia una seconda scelta".
Sul progetto della società: "C'è bisogno di tempo, nessuno ha detto che avremmo fatto subito. Siamo una squadra giovane, siamo la squadra più giovane in Italia. E' un processo, non abbiamo la bacchetta magica. Faremo di tutto per riportare in alto il Milan il prima possibile. E' un processo, dobbiamo creare una squadra sempre più forte".
Sui giovani: "Non è lo stesso calcio di una volta. Speriamo di essere bravi e di capire le cose prima degli altri".
Un retroscena su Giampaolo: "Quando le cose non vanno bene, i colpevoli sono tutti, allenatore, giocatori e noi dirigenti. L'esonero è una sconfitta per tutti. A Marco, appena dopo il suo arrivo a Milanello, dissi ‘spero di lasciare questa città insieme a te’, lo stesso feci con Paolo con il quale condivido l’ufficio ogni giorno. Speriamo di fare bene ora con Pioli".
Sulla formazione che schierava Giampaolo: "Confrontarsi e avere idee diverse è normale, ma né io né Paolo ci siamo mai permessi e mai lo faremo di influenzare le scelte dell'allenatore. Il rispetto dei ruoli è sacro".
Sul calcio attuale: "Il calcio ha per me elementi superiori a qualsiasi altro sport. Nulla è tanto schematico, ogni cosa è ripetibile. Esiste una pazzia di business che imperversa in tutte le sue materie e canali. C’è una fine che andrà sempre contro il gioco, nessuno ne parla quasi più. Le tv hanno inculcato culture diverse, i giovani si innamorano d’altro, ma non certo del gioco. Come fai ad arrivare ai risultati se questo manca?". Rileggi QUI tutte le dichiarazioni del Festival>>>
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