Cinquanta giorni dopo la conquista dello scudetto, la situazione del calciomercato del Milan è sotto gli occhi di tutti. E c'è qualche mugugno che inizia a diffondersi nell'aria. Soltanto operazioni "minori" per i rossoneri fino a questo momento, come sottolinea l'edizione odierna di Tuttosport. "Due riscatti di giocatori importanti ma non titolari (Florenzi e Messias); un acquisto a parametro zero (Origi, peraltro perfezionato ancor prima che la squadra vincesse il tricolore); due rientri alla base dai prestiti, ovvero Pobega (al Torino) e Adli, (al Bordeaux) - scrive il quotidiano torinese -. Al momento, nessuno di questi cinque elementi sembra in grado di insidiare i titolari della scorsa stagione".
RASSEGNA STAMPA
Calciomercato Milan – È ora di spendere: scudetto da 175 milioni
E se il Milan è fermo al palo, le altre squadre che lotteranno per lo scudetto nella prossima stagione non stanno a guardare. Anzi. Chi non ha vinto nulla ha già ingaggiato due o tre elementi di prima fascia, rinforzi nel senso vero della parola, rovesciando, almeno sulla carta, i valori emersi nell’ultima stagione. C’è da preoccuparsi? Perché il Milan è ancora fermo al palo, invece che regalare e regalarsi, dopo una stagione così straordinaria, qualche rinforzo di assoluto valore? Queste le domande che si pone Tuttosport e che iniziano a farsi anche alcuni dei tifosi rossoneri.
Calciomercato Milan: valori, non nomi
Il cambio di proprietà deve ancora completarsi in tutte le caselle del mosaico. Siamo nel limbo, con Elliott che non sarà più padrone e RedBird che non lo è ancora. Il rinnovo del contratto di Maldini e di Massara è arrivato allo scadere del gong, la mezzanotte del 30 giugno. Eppure, nessuno di questi elementi, da quel che si raccoglie in giro anche tra diversi operatori di mercato, sarebbe il motivo scatenante di questo ritardo. La volontà di spendere c’è e non è mai mancata. Ma non c’è la volontà di rincorrere gli avversari per poter dire di stare al loro passo, anche solo mediaticamente.
Il Milan ha scelto di perseguire una filosofia ben chiara, diversa dagli altri. I rossoneri si distinguono dal gregge: valori, non nomi. Su Donnarumma, Calhanoglu, Kessié e Romagnoli, si è deciso di non cedere, né ai giocatori, né ai loro procuratori, a costo di perdite sulla carta importantissime, ma in realtà sostituite senza poi sentirne la mancanza. Più che un discorso di budget, o di tetto agli ingaggi, è un discorso di principio, dunque: il Milan spende se e quando ritiene che il prezzo sia adeguato. Non insegue nomi, ma valori.
Milan, quante entrate nella stagione dello scudetto
Che sia per il costo del cartellino o per l'ingaggio, la filosofia è questa. E c'è chi la apprezza e la definisce di "esempio". Il Milan ha vinto senza grandissimi nomi, altisonanti per i media. La stagione dello scudetto, inoltre, ha portato nelle casse rossonere molti soldi. E altri ancora entreranno. Sono cifre importanti e anche per questo motivo il Milan non si tirerà indietro, quando l’equazione prezzo-valore sarà in linea con le aspettative e con la filosofia del club.
Sono circa 175 i milioni finiti o che finiranno nelle casse del Milan: 77 derivanti dai diritti TV al Club campione d'Italia, 37 dai diritti TV della Champions League, 30 dal nuovo accordo con lo sponsor Puma (entreranno a gennaio 2023), 25,9 gli incassi del campionato, 10,1 gli incassi derivanti dalla Champions, 3,5 milioni di euro dalla Coppa Italia e, infine, 6,5 dal nuovo sponsor Konami.
Pioli si aspetta tre giocatori di qualità e funzionali al suo gioco: anche lui, insomma, è allineato con le prospettive della dirigenza, consapevole che acquistare tanto per acquistare non servirebbe a nessuno. Il Milan guarda oltre e dà appuntamento all’inizio del campionato, quando le rose saranno più o meno complete. Solo allora si potranno davvero tirare le somme e non saranno le campagne mediatiche a stabilire chi ha comprato bene e chi ha comprato male. A parlare, infatti, sarà come sempre il campo. Gli occhi del Milan in casa Chelsea: le ultime news di mercato >>>
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