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Calhanoglu, da bidone a forza della natura

Stefano Bressi

Calhanoglu ha ormai convinto anche i più scettici: è tornato quello degli scorsi anni. Grande lavoro di Gattuso. Ora è il braccio armato del Milan.

Non può essere considerato solo un caso che quando Hakan Calhanoglu è in campo il Milan ottiene tutt'altro tipo di risultati. Il Milan sorride, consapevole di aver ritrovato un grandissimo giocatore. Gennaro Gattuso ha risollevato tutta la squadra, ma con Calhanoglu si è davvero superato. I primi mesi con Vincenzo Montella sono solo un lontano ricordo per il turco. Un brutto ricordo. Un periodo in cui non è riuscito a mettere minimamente in mostra le grandissime qualità che possiede. Era arrivato fuori forma, visto che non giocava da febbraio 2017, e la preparazione atletica non lo aveva aiutato. Inoltre la collocazione tattica lo aveva mandato in confusione. Basti pensare che adesso con Giacomo Bonaventura forma un binario formidabile, mentre per l'Aeroplanino non potevano coesistere. Con Gattuso, Calha ha cambiato marcia. Non è un caso che il primo risultato utile del periodo d'oro milanista sia arrivato proprio con un suo gol, 1-1 con la Fiorentina. In totale sono sette i gol stagionali: cinque in campionato e due in Europa League. Le ultime due sono arrivate nelle ultime due partite, contro Bologna ed Hellas Verona e hanno ridato al Milan la gioia della vittoria, che mancava dal 18 marzo, contro il Chievo Verona. Anche in quel caso, aveva segnato Calhanoglu.

La mente della squadra continua a essere senza ombra di dubbio Suso, che il giocatore da cui passano praticamente tutti i palloni e che crea quasi tutte le azioni offensive. Calhanoglu, però, è diventato il vero e proprio braccio armato rossonero, scrive Tuttosport. Gattuso gli ha chiesto di calciare di più, viste le qualità, lui ha risposto. I primi venti minuti contro l'Hellas Verona sono stati una sfida tra lui e il portiere. Avere Calhanoglu titolare, per il Milan è come una garanzia. Su 23 volte dal primo minuto, i rossoneri hanno guadagnato 50 punti. Ovvero 2,17 punti a partita. Senza di lui, invece, 10 punti in 13 gare. Ovvero 0,77 a partita. Dato che si conferma nelle sconfitte: 10 in totale, 7 senza di lui. Sicuramente in estate Calhanoglu ha rappresentato una scommessa, visto che era fermo da molti mesi. A inizio anno sembrava persa, poi Gattuso ha cambiato tutto. Adesso è concentrato in vista della finale di Coppa Italia di mercoledì contro la Juventus a Roma, così da lasciare un sigillo indelebile nella sua prima stagione italiana.

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