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Romelu Lukaku e Zlatan Ibrahimovic, compagni di squadra nel Manchester United nel 2017 (Getty Images)
"Romelu Lukaku e Zlatan Ibrahimovic sono i protagonisti dell'approfondimento de 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Che non si fossero mai amati, anche in passato, è fatto noto. Ma che bastasse così poco per accendere un incendio come quello divampato nel derby di Coppa Italia, chi se lo sarebbe mai aspettato.
"Lukaku fu acquistato, nell'estate 2017, dal Manchester United per 63 milioni di sterline. Proprio per sostituire Ibrahimovic, che si era rotto il legamento del ginocchio destro, in Europa League contro l'Anderlecht, durante la stagione precedente. Uno l'allievo, l'altro il maestro. Entrambi agli ordini di José Mourinho. Sembrava essere una coppia ben assortita, al netto di qualche punzecchiatura di Ibra.
"Su tutte, la celebre 'Ti do 50 sterline per ogni stop riuscito'. Una sfida che Lukaku non accettò mai perché, a detta di Ibrahimovic, avrebbe avuto paura di perdere. In realtà, ha sottolineato la 'rosea', la leggenda narra anche di lunghi viaggi in pullman durante i quali Ibrahimovic ha dispensato tanti consigli a Lukaku, che era pronto ad ascoltarlo per poter migliorare ulteriormente.
""L'arma migliore di Lukaku è la forza: ha voglia di spaccare il mondo", ha detto una volta Ibra. "Mi riconosco in Zlatan, ci capiamo reciprocamente. Poca gente lo sa, ma mi ha aiutato molto all'epoca. È un campione e non si arrende mai", ha detto invece Lukaku sullo svedese. In campo, però, non è mai andata bene. Mourinho li fece giocare in coppia nei 'Red Devils' solo per 45', in casa contro il Burnley, il 26 dicembre 2017.
"Poi Ibrahimovic, guarito dall'infortunio, rescisse il suo contratto trasferendosi nella MLS per giocare con i Los Angeles Galaxy nel 2018. E Lukaku, l'anno dopo, nel 2019, prese la strada di Milano per indossare la maglia dell'Inter di Antonio Conte. Nel mezzo, tra i due, c'è Mino Raiola. Procuratore storico di Ibrahimovic, Raiola ha curato gli interessi di Lukaku proprio fino al 2018.
"Fu lui, l'agente di origine campana, a gestire il 'voodoo-gate', al quale Ibra ha fatto riferimento nelle sue frasi di martedì sera a 'San Siro'. Un caso che trae origine nel 2017. All'epoca Farhad Moshiri, Presidente dell'Everton, disse che Lukaku aveva rifiutato di rinnovare con i 'Toffees' per accasarsi altrove a causa di "alcuni riti strani da parte della madre". Parole che offesero il belga, che precisò come il voodoo non rientri tra le pratiche della sua cattolicissima famiglia.
"Poi Lukaku ruppe con Raiola, affidandosi a Roc Nation (oggi partner del Milan, n.d.r.) per i diritti di immagine ed a Federico Pastorello per la parte sportiva. Questo snodo, per la 'rosea', ha un peso nello scontro. Da un lato, infatti, Ibrahimovic, un fedelissimo di Raiola, non a caso lesto a tirare fuori la storia del voodoo, e dall'altro, quindi, Lukaku, che definitivamente lasciato la scuderia del procuratore.
"Ah, nel mezzo, nel frattempo, come dimenticare quanto accaduto sui social, con Lukaku proclamatosi 'Re di Milano' dopo il gol nel derby vinto 4-2 dall'Inter il 9 febbraio 2020 ed Ibrahimovic a ricordargli, ad ottobre, dopo la doppietta nella stracittadina vinta 1-2 dal Milan, come Milano non abbia re, ma soltanto un Dio. Lo svedese, per l'appunto. Appuntamento, ora, al prossimo derby, datato 21 febbraio, per l'ennesimo capitolo della saga dei due ex amici. Calciomercato Milan, strada in discesa per Thauvin: ecco il motivo >>>
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