"In casi simili, il debito viene prestato da banche di investimento specializzate in queste operazioni, di solito a tassi piuttosto sostenuti. RedBird si accordò invece con Elliott per ricevere da quest’ultimo la provvista per completare l’acquisizione, prassi non insolita in operazioni di questo tipo, chiamata "vendor loan", ha evidenziato il quotidiano romano.
Così facendo, nell'operazione di acquisizione del Milan, RedBird ha ottenuto un tasso di interesse (circa il 7%) più basso rispetto a quello che avrebbe potuto ottenere dalle banche. Quale vantaggio per Elliott? "Una plusvalenza importante (400 milioni di euro di utile in cinque anni) sostituendo capitale di rischio con capitale di debito, destinato ad essere restituito. Investendo cioè poco più del profitto ricavato dall’operazione".
"In questo tipo di operazioni capita sovente che le parti stipulino patti parasociali con cui si impegnano a nominare rappresentanti nel CdA o concedere diritti di consultazione per determinate operazioni - ha proseguito Giudice -. La tesi dei PM sarebbe che Elliott si sia spinto molto oltre nel potere di influenza, al punto da essere il proprietario occulto del Milan. Dove sarebbe il reato? Non essendo illecito che due soggetti privati stipulino contratti (il Milan non è quotato e perciò non soggetto a vigilanza Consob o Banktalia) l’ipotesi sarebbe di avere ostacolato la vigilanza della F.I.G.C. (magari della Covisoc) omettendo di comunicare la vera titolarità delle azioni. Che sarebbe di Elliott ancorché tutte le carte – anche da noi consultate e pubblicamente consultabili – la attribuiscano a RedBird".
Indagati Gazidis e Furlani, non il Milan. Il parallelo con lo United
—Allo stato attuale delle cose, sono indagati Gazidis e Furlani, non il Milan. Una vicenda, insomma, indubbiamente complessa. Della quale, però, bisogna attendere gli sviluppi prima di trarre conclusioni, magari affrettate. Dalla chiusura delle indagini, se ci sarà, per valutare la consistenza di eventuali accuse. Il 'Corriere dello Sport' ha chiuso facendo un parallelo con l'acquisizione, da parte del finanziere britannico Jim Ratcliffe, del 25% del Manchester United (club quotato alla borsa di New York) attraverso varie classi di azioni.
"I Glazer mantengono una quota superiore che li rende ancora azionisti di maggioranza relativa. Ma un accordo tra le parti conferisce a Ratcliffe il controllo operativo del club. Chi ha dunque la proprietà dello United? Chi ne possiede la maggioranza o a chi ne esercita il controllo pur con una quota di minoranza? In Gran Bretagna nessuno sembra preoccuparsene troppo", la chiosa dell'esperto del 'CorSport'. LEGGI ANCHE: “Ha già visitato le strutture di questo club”: Camarda-Milan, la verità >>>
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