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Champions League Milan, ecco gli 8 motivi per cui sognare

Stefano Pioli, allenatore del Milan
Il Milan si qualifica ai quarti di finale di Champions League, entrando tra le 8 migliori squadre d'Europa

Emiliano Guadagnoli

Il Milan si qualifica ai quarti di finale di Champions League, entrando tra le 8 migliori squadre d'Europa. L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport parla di 8 motivi per cui sognare.

Milan, Champions: 8 motivi per sognare

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Si parte, si legge, con la tradizione. Psg e Manchester City non hanno mai vinto una Champions; anche per questo il Tottenham, che fattura il doppio e ha un organico più attrezzato, si è squagliato davanti al Milan. Non è retorica: i soldi non fanno gol, la storia sì. La cultura, la tradizione, il blasone della maglia in campo pesano. La Champions è una tavolata da nobili, se non sai quali posate scegliere e come impugnare un calice, rischi figuracce. Il Milan delle 7 Coppe dei Campioni ci è cresciuto a quella tavola, come il Real Madrid. Conosce l’etichetta come pochi.

Il secondo motivo, si legge, è il gioco. Il Milan ha superato il Tottenham grazie alla difesa, ma, se è arrivato tanto avanti, il merito è dell’educazione sacchiana ricevuta da Stefano Pioli in questi tre anni. Ha vinto lo scudetto correndo sempre in avanti, con o senza palla, con grande intensità e questa educazione l’ha resa la nostra squadra più internazionale, insieme all’Atalanta.

Il terzo motivo, si legge, è l'allenatore. Pioli crea e spiazza La squadra lo segue. Pioli ha raccolto un Milan a pezzi, lo ha ricostruito, lo ha ritoccato con l’arrivo di Ibra, lo ha rifondato dopo la crisi di gennaio, cambiandogli forma senza intaccare lo spirito. Ha in mano una squadra che gli ha sempre risposto ogni volta che ha spedito una sollecitazione. La crescita dei vari Tonali, Kalulu, Thiaw lo conferma. Ma non ha solo qualità ingegneristiche, è anche stratega nel singolo match.

Il quarto motivo, si legge, è la difesa. L’esplosione di Thiaw è stata nucleare. La prova del tridente difensivo a Londra è stata maiuscola. Il Milan ha chiuso la porta di casa.

Il quinto motivo, si legge, sono le stelle. Maignan, che al Tottenham Hotspur Stadium ha spiegato il concetto di decisività; Theo Hernandez, il terzino più forte del mondo, il senso tattico di tutta la banda; Leao che ha la grazia potenziale dei fuoriclasse. Il portoghese finora è stato trascinato dai compagni, come il capitano di una squadra ciclistica.

Il sesto motivo, si legge, è lo stadio. San Siro è stato il migliore in campo negli ottavi. Per storia e carisma non ha nulla da invidiare a nessuno.

Il settimo motivo, si legge, sono le avversarie. Nell'urna entreranno squadre più forti del Milan, ma nessun mostro ingiocabile.

L'ottavo e ultimo motivo è il destino. La finale, si legge, si giocherà a Instabul, dove nel 2005 il Milan perse dolorosamente l'epilogo contro il Liverpool. Una ragione in più per arrivarci. Calciomercato Milan – Per l’attacco si valuta Balogun

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