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: come sottolineato dall'edizione odierna del 'Corriere della Sera', al di là di un'inevitabile coda in Tribunale, si è chiusa, dopo 15 mesi di dubbi, l'era cinese del Milan.
A Yonghong Li (che si è scoperto non essere nemmeno a Londra per gestire la trattativa, , che avrebbe concluso in lacrime …), non è riuscito, infatti, l'ultimo disperato tentativo . I negoziati sarebbero proseguiti, tra alti e bassi, sempre nella 'City', ma non sono sfociati in un accordo vincolante e, pertanto, in serata, in un clima definito dal 'CorSera' di “attesa infinita e surreale”, il fondo Elliott Management Corporation ha deciso di mettere un punto alla vicenda.
Elliott, in fin dei conti, ha semplicemente esercitato quanto era in suo potere: tecnicamente, infatti, Yonghong Li era in default dalla mezzanotte dello scorso venerdì 6 luglio per non aver rimborsato ad Elliott i 32 milioni di euro immessi nel Milan al suo posto per completare l'aumento di capitale del club rossonero. In serata, quindi, il fondo di Paul Singer ha avviato l'escussione del pegno, . Tale procedura, ha evidenziato il 'Corriere della Sera', dovrebbe durare .
Terminata questa, , dal quale usciranno i quattro membri cinesi e ne entreranno di nuovi, nominati da Elliott. Per il momento, dovrebbe restare l'amministratore delegato Marco Fassone, anche se non vanno esclusi a priori cambiamenti in tal senso. Secondo alcune indiscrezioni, Elliott potrebbe inserire nel CdA Giorgio Furlani, manager portfolio che ha curato la pratica Milan dalle prime battute e tifoso rossonero. Yonghong Li, perso il Milan, non intende però mollare un centimetro dal punto di vista economico.
Il perché è presto detto: l'imprenditore cinese per far stabilire il 'fair value', ovvero il valore corretto del Milan. Elliott, infatti, oggi ne rileva il controllo per 370 milioni circa ma, secondo Yonghong Li, che lo aveva acquistato 15 mesi fa da Fininvest per 740, debiti compresi, vale molto di più. Perciò, chiederà di essere tutelato e che l'eventuale extra-guadagno di una successiva rivendita vada a lui, con Elliott, che, secondo il suo modo di vedere le cose, dovrebbe soltanto rientrare del suo prestito più interessi.
Non si tratta, ha specificato il 'CorSera', di un particolare irrilevante, poiché potrebbe incidere sulle mosse che Elliott ha in mente per il Milan. Se l'extra-guadagno, infatti, andasse a Yonghong Li, Elliott risulterebbe meno interessato a gestire il club rossonero per rivalutarlo e, quindi, la vendita definitiva del Milan potrebbe essere più rapida. Così non fosse, il fondo potrebbe tenersi il Milan per un po' (fonti vicine al fondo parlano di questa stagione), per poi rivenderlo quando convinto di guadagnarci il massimo. , che ha già avviato un dialogo con Elliott, ma anche tutti gli altri che hanno manifestato interesse di recente, compreso .
Yonghong Li, alla fine, , tra soldi versati per l'acquisto e gli aumenti di capitale, al netto, per aver 'mancato' un rimborso di 32. Le domande, naturalmente, restano molte. Il Milan, intanto, proverà a ripartire e, davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna, spera che il fatto di aver azzerato il debito (che era interamente verso Elliott) e di avere un'unica proprietà possa garantire la continuità aziendale dinanzi gli occhi della UEFA, la quale, però, non ha mai mostrato, anche in passato, di avere troppo in simpatia i fondi. In tutto questo, ieri si è tornato anche a parlare di campo: .
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