Quelle di Fonseca, per 'La Gazzetta dello Sport', tutto sono sembrate fuorché le parole di un allenatore rassegnato. «Finora non abbiamo avuto continuità di rendimento, ma il gruppo è in crescita e dobbiamo pensare positivamente. Le spiegazioni per questa partenza difficile? Non mi interessano e non voglio trovare scuse. Rifarei tutto quello che ho fatto perché non faccio quello in cui non credo».
Frasi, queste, pronunciate con un volto tirato, nel tentativo di 'veicolare tranquillità' all'esterno, anche se è palese come lui non possa averla. Il ruolo, però, gli impone anche di 'bluffare' per non appesantire l'ambiente e per non minare il morale del gruppo. «A questo derby arrivo con fiducia - ha ribadito Fonseca alla vigilia di Inter-Milan - e trasmetto questo sentimento perché è quello che ho dentro. Non vengo a raccontare bugie in conferenza stampa: io dico la verità».
"Il miglior modo di vincere è di tenere il pallone e giocarlo"
—Ma come intende vincerlo, questo derby che può salvargli la panchina, il buon Fonseca? «Ogni partita abbiamo una strategia diversa, a seconda della formazione che ci troviamo di fronte, ma io non so dare la palla all’avversario e difendermi. Il miglior modo di vincere è tenere il pallone e giocarlo. Continuerò a chiedere questo ai miei uomini. Dal mercato ho ricevuto tutto ciò che avevo bisogno per costruire una squadra fortissima, ma ancora non lo siamo. C’è bisogno di lavoro».
I fantasmi di Sarri, Tudor e Allegri aleggiando sul nativo del Mozambico e, da stanotte, potrebbero anche farsi più 'corporei'. Fonseca, però, ha dichiarato di sentirsi sempre "un leone", e non un gattino, e, pertanto, combatterà sul campo per non mollare in maniera ampiamente prematura la panchina del Diavolo. LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan – Prime idee per il 2025: c’è anche un colpo da sogno >>>
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