Nella storia del derby tra Milan e Inter ci sono state molte sfide: da Ibrahimovic contro Lukaku fino alla Champions League. Ne parla l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport.
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Derby Milan-Inter, quante sfide nella storia della rivalità milanese
Che rivalità tra Milan e Inter!
—Due derby in 6 giorni, si legge, per guadagnarsi la finale di Champions League di Manchester: 7 e 13 maggio 2003. Una settimana storica per il calcio milanese, probabilmente irripetibile. Mai come in quella settimana a Milano si sentì l’elettricità del derby, da bruciare in due partite ravvicinate e nello stesso stadio, unicità assoluta, perché i club di Londra, Manchester o Madrid, che potevano incrociarsi a quelle altezze, avevano ognuno la propria casa.
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Massimo Moratti, si legge, lasciò la maggioranza dell’Inter ad Erick Thohir nell’ottobre 2013, dopo 18 anni di presidenza e un Triplete; all’avvento di Suning, nel 2016, mollò anche la partecipazione azionaria. Un anno dopo, Silvio Berlusconi si sfilava dal Milan dopo 31 anni e 29 trofei, lasciando la maggioranza a Yonghong meteora cinese, prima dell’era dei due Fondi: Elliott 2018, RedBird 2022. Se un tempo San Siro, come il Duomo, sembrava il tempio ideale e necessario di tutti i milanesi, oggi un impianto che faccia convivere cinesi e americani sembra inconcepibile.
Sfida calda anche in campo: come la testate di Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku. Il match del secolo il 26 gennaio 2021, Coppa Italia. Zuffa a fine primo tempo. Zlatan accorre per difendere Saelemaekers che sta discutendo con Lukaku: «Chiudi la bocca e stai al tuo posto». «Altrimenti cosa mi fai?», ribatte il belga. Lo svedese glielo spiega: «Ti spezzo tutte le ossa che hai nel corpo». Spintoni, Contatto: fronte contro fronte. Romelu insulta la madre e la sorella di Ibra che molla il colpo d’incontro: «Vai da tua madre, fatti fare un vudù e chieglio dile come devi comportarti con me». Negli spogliatoi il belga minaccia da lontano: «Ti sparo tre colpi in testa!» Lo svedese ghigna: «Vieni qui e fammi divertire».
Anche tatticamente Milan e Inter hanno preso strade diverse. Dopo la parentesi palleggiata di Benitez e Spalletti, Conte e Inzaghi, con difesa a 3 e ali forti, si sono ricollegati alla tradizione contropiedista nerazzurra, illuminata dalle vittorie del Mago e di Mou. Pioli ha vinto lo scudetto ’22 rinnovando la lezione sacchiana di un gioco aggressivo e dominante. La contingenza attuale della difesa a 3 è dovuta solo alla crisi recente ed è destinata a essere superata con il ritorno della buona condizione. Pioli arriva a 800 panchine: ecco la storia dell’allenatore del Milan
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