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Galliani, intercettazioni: “Diamo una botta ad Agnelli”

Stefano Bressi

Galliani, in un'intercettazione dell'inchiesta sui diritti tv in cui è coinvolto, attacca Agnelli. Respinta la richiesta d'arresto per i tre manager Infront

L'inchiesta sui diritti tv è arrivata allo snodo cruciale, quello del Tribunale del Riesame, che dovrà pronunciarsi sul ricorso dei pm, dopo che il Gip di Milano ha detto no alla proposta di arresto per i tre manager di Infront per l'ipotesi di associazione a delinquere. Le intercettazioni che riguardano i club di Serie A svelano sempre più veleni, retroscena sui reali rapporti tra i club, che devono dividersi i milioni per i diritti tv. Questa "guerra" emerge chiaramente nelle intercettazioni di Adriano Galliani, coinvolto ma non indagato perché non ricopriva un ruolo da pubblico ufficiale. Mentre è al telefono con MB, uno dei vertici di Infront, l'ex a.d. si scaglia contro Andrea Agnelli.

La chiamata risale al 13 marzo 2015. MB parla di Agnelli: "Oltre a essere un imbecille... Cioè non è che è un genio? Poi va in Germania a sputtanare la Lega? Adesso gli scrivo, basta. Tutti che sputano sul calcio italiano, come si va a vendere? Penso che sia impazzito". Galliani risponde, riporta La Gazzetta dello Sport: "Sì, sì, sì. L'arroganza è cosa della Juve che a essa non sa sfuggire. Perché il signor Agnelli prende 100 milioni dalla Lega Calcio. La deve smettere questo signorino". Quando MB gli chiede di dare un'accelerata, l'ex Milan lo rassicura: "Sarà bene che risponda qualcun altro perché io, voglio dire, io la botta gliela do, voglio star concentrato, la botta sarà nella ripartizione dei diritti tv. Lì gli darò la botta... Ora chiamo Enrico (Preziosi, ndr) che dice sempre che bisogna parlare con Agnelli. Adesso faccio un po' di casino". C'è anche un'altra intercettazione, di luglio 2015, quando il Milan stava per passare a Bee Taechaubol ed Enrico Preziosi chiede a MB : "Ma è vero che siamo dentro anche noi con il Milan? C'è anche Infront dentro quello che vuole comprare il Milan?" Ma la risposta: "No, zero. Non c'è". MB chiama Galliani, che gli risponde: "Stasera parlavo con Marina, poi ti racconterò. Vediamo cosa accade con Mr Bee, poi ragioniamo sulle cose nostre insomma..."

Secondo i magistrati, sui diritti tv c'era "fin dal 2009 e a tutto il 2015 un'associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti, tra i quali turbativa d'asta, autoriciclaggio, truffa aggravata, ostacolo alle funzioni di vigilanza, evasione fiscale e tutti quei reati necessari di volta in volta per governare i processi di sfruttamento dei diritti audiovisivi derivanti dal calcio, con l'impossessamento di denaro che avrebbe dovuto, in un corretto regime concorrenziale, entrare nelle casse della Lega e quindi, pro quota, nelle casse dei club che vi aderiscono". Secondo gli inquirenti, invece, l'associazione si sarebbe appropriata di una quota consistente di proventi tv, da circa 1,5 miliardi all'anno. Secondo l'accusa, Preziosi e Galliani ne erano parte integrante. Il Gip ha rigettato la tesi. Niente associazione a delinquere, al massimo una "lobby". Galliani, infatti, non è indagato. Tutto fermo, in attesa che il Riesame si pronunci sul ricorso della Procura. Dovesse essere accolto, oltre all'arresto dei tre manager, potrebbe complicarsi qualcosa anche per Galliani.

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