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Krzysztof Piatek in Verona-Milan, Getty Images
ULTIME MILAN - L'incubo è finalmente terminato al minuto 23 del secondo tempo, quando dagli 11 metri il polacco Krzysztof Piatek è tornato a segnare con la maglia del Milan. Non accadeva da 119 giorni, da quel lontano 19 maggio, data di Milan-Frosinone a San Siro. In trasferta addirittura non andava a segno dal 6 aprile all'Allianz Stadium di Torino.
Al Milan servivano i 3 punti, a lui serviva segnare per sbloccarsi anche mentalmente. E l'esultanza polemica subito dopo il gol ne è la prova. Dito alla bocca e l'invocazione rivolta alla telecamera di stare zitti dopo le tante, forse ingiuste, critiche ricevute in queste settimane.
I tifosi prendono ovviamente il bicchiere mezzo pieno, ma la prestazione dell'ex attaccante del Genoa non ha convinto ancora una volta. Piatek è risultato a tratti impalpabile e poco pungente. Il rigore è nato da una conclusione di Calhanoglu, costruita dopo aver scambiato proprio con il polacco, ma in generale il Pistolero non è apparso l'attaccante pericoloso in ogni momento della passata stagione. Il gol ha salvato la pelle ancora una volta e soprattutto può aver definitivamente scacciato i fantasmi di una maledizione legata alla maglia numero 9 rossonera.
Ora la testa porta al derby in programma a San Siro tra 6 giorni. L'Inter si presenta carica e col morale alle stelle dopo aver vinto tutte le 3 gare disputate. Il Milan è a quota 6, ma dalla sua ha contro ogni pronostico. I rossoneri non hanno convinto in nessuna delle prime 3 partite, giocando un calcio poco avvolgente, per niente imprevedibile, ma che comunque concede poco (una sola rete incassata).
L'esperimento Paquetà trequartista forse verrà messo da parte, Rebic è piaciuto con i suoi scatti nella ripresa. Forse sono già segnali in vista del match di sabato, con la speranza che il Pistolero polacco possa continuare a sparare, ora che ha ricaricato le sue revolver. Intanto, anche ieri sera si sono sentiti "buu" razzisti all'indirizzo di Franck Kessie>>>
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