'La Gazzetta dello Sport' in edicola questa mattina ha delineato un ritratto particolareggiato di Gordon Singer, figlio di Paul, proprietario del fondo di investimenti statunitense Elliott Management Corporation, che, dal 2009, gestisce la sede londinese dell'attività di famiglia. E' lui, in famiglia, il vero appassionato di calcio, essendo un grande tifoso dell'Arsenal, ed è lui che potrebbe diventare, nel prossimo futuro, figura centrale nel Milan qualora Elliott scalzasse Yonghong Li dai vertici del club di Via Aldo Rossi.
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Gordon Singer: ecco chi è l’uomo chiave del futuro del Milan
Gordon Singer, figlio di Paul, proprietario del fondo Elliott, abita a Londra, tifa Arsenal e potrebbe essere figura centrale nel Milan del prossimo futuro
Gordon Singer, nell'aprile 2017, è stato colui che, con Elliott, ha prestato i 303 milioni di euro, più interessi, a Yonghong Li per il closing dell'acquisto del Milan e, in futuro, potrà ricoprire nuovamente un ruolo di prim'ordine qualora subentrasse all'imprenditore cinese per la mancata restituzione del prestito: a quel punto, Elliott e Singer junior acquisirebbero l'intera proprietà del Milan per poi, verosimilmente, rivenderlo a nuovo e più danaroso uomo d'affari.
Le fortune dei Singer, ha però ribadito la 'rosea', sono legate a papà Paul, che, nel 2015, è stato inserito dalla popolare rivista 'Forbes' alla 327esima posizione della classifica degli americani più ricchi. Dal 1977, anno di inizio della sua attività, ad oggi, il patrimonio personale di Paul Singer è stimato in 2,9 miliardi di dollari, con un portafoglio clienti da 37 miliardi: è ricco, e molto temuto. Il suo campo preferito? Rilevare aziende in crisi, risistemarle e farci un profitto oppure assorbire obbligazioni sottocosto di Paesi in difficoltà per poi fare causa ai Governi inadempienti.
“Proprio per il suo modo di investire spregiudicato e senza scrupoli, il Washington Post era incerto se fosse più giusto definirlo un investitore avvoltoio o attivista”, ha commentato oggi 'La Gazzetta dello Sport'. “Il suo fine: solo lucro o entrare nei CdA per imporre anche con metodi forti le sue politiche aziendali? Un dibattito che oggi sta a cuore al Milan e a Telecom, di cui Elliott ha acquistato a marzo il 6% di azioni con l’obiettivo di contrastare la gestione di Vivendi”.
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