Cosa comporta per Inter e Milan
—Le società sono considerate vittime, e nessun tesserato dei due club risulta indagato. Tuttavia, i pm di Milano hanno richiesto esplicitamente un “cambio di rotta” nella gestione dei rapporti con il tifo organizzato. Questo passaggio è cruciale per scongiurare l’eventualità di un “procedimento di prevenzione”. In sostanza, la procura intende verificare concretamente quali misure Inter e Milan adotteranno per alzare una “barriera” capace di impedire in futuro qualsiasi forma di ricatto da parte degli ultras. I due club hanno prontamente offerto la loro collaborazione e stanno lavorando attivamente con i consulenti della procura.
I fatti di questi giorni
—Alcuni tesserati, non indagati, stanno collaborando con la Squadra Mobile come persone informate sui fatti. In quanto hanno avuto rapporti con alcune delle persone arrestate, secondo quanto emerge dagli atti dell'inchiesta. Dopo aver ascoltato Simone Inzaghi mercoledì, ieri la procura ha interrogato il vicepresidente dell'Inter, Javier Zanetti, e ora ascolterà il capitano del Milan, Davide Calabria, e Hakan Calhanoglu. La convocazione di Milan Skriniar, che vive a Parigi, è ancora incerta. Nei prossimi giorni saranno sentiti anche i dirigenti dell'Inter responsabili di gestire i rapporti con gli ultras.
Cosa rischiano i club
—Gli atti verranno trasmessi alla procura federale solo a metà della prossima settimana, la quale potrà valutare la presenza di eventuali violazioni sportive. Il rischio per le società coinvolte è di natura economica.
Per quanto riguarda un allenatore come Inzaghi o un calciatore come Calabria, qualora venissero accertate responsabilità, potrebbero essere previste non solo ammende, ma anche squalifiche per una o più giornate. Le sanzioni possono anche essere temporali, nel caso di infrazioni considerate particolarmente gravi. Per i dirigenti, invece, la squalifica sarà sempre a tempo. In ogni caso, non c'è alcun rischio di penalizzazioni in classifica per i club.
Il precedente della Juventus
—Quel caso rappresenta un precedente legale, pur tenendo conto delle diverse intensità dei "contatti" che i singoli tesserati avevano con gli ultras. Anche sette anni fa, l'indagine partiva dalle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella curva Sud dello Stadium bianconero. L'inchiesta "Alto Piemonte" della Procura di Torino aveva fatto luce sulla situazione, inviando poi gli atti alla procura della Figc. Anche in quel caso, era stata esclusa la consapevolezza da parte dei vertici della Juventus.
Secondo le stesse norme che oggi tornano d'attualità, l'allora presidente della Juventus, Andrea Agnelli, venne sanzionato con un'inibizione di un anno, poi ridotta sensibilmente in appello a 84 giorni, oltre a una multa di 100mila euro. La Juventus, invece, fu multata per 600mila euro, ma non subì alcuna penalizzazione in classifica. LEGGI ANCHE: Milan, Theo Hernandez: discorso aperto con Ibrahimovic. Rinnovo? La richiesta
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