Ieri sera, al termine di Milan-Stella Rossa, partita della 6^ giornata della Fase Campionato della Champions League 2024-2025 vinta per 2-1 dai rossoneri a 'San Siro', Paulo Fonseca, allenatore del Diavolo, ha rivolto un duro e pubblico attacco alla sua squadra.
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Milan, l’attacco di Fonseca aveva quattro destinatari ben specifici
"Non mi basta il risultato per essere soddisfatto. Sono triste per la prestazione. Non voglio dilungarmi, meglio non farlo". Poi però ha proseguito così: "Mi fa felice aver vinto, era la cosa più importante, siamo in una buona posizione di classifica. Ma sono così, non cambio: oggi sono stanco di lottare contro certe cose ... Non sono contento della prestazione. Se devo portare i ragazzi della Primavera o del Milan Futuro, lo farò, non ho problemi. Devo parlarne alla squadra, dobbiamo analizzare insieme. Io ho tutto chiaro in testa, non è una questione tattica o tecnica. Era una partita decisiva e aver la sensazione di non voler far tutto per vincere è la peggiore da avere".
E poi ancora: "La nostra squadra è una montagna russa, oggi bene, domani non lo so. È come lanciare la moneta e vedere cosa esce, è impressionante. Questo è il problema: io so che lavoro ogni giorno per far bene, non so se in squadra tutti possono dire lo stesso. Avevamo l’obbligo di arrivare qui e dare tutto e questo non è successo. I giocatori devono capire che certe cose non devono succedere. Come si fa a non dare tutto per questa maglia? Non dobbiamo giocare meglio, ma dobbiamo lasciare tutto in campo. Non dobbiamo limitarci a fare quello che è sufficiente, così è difficile da guardare". Ma cosa intendeva Fonseca con queste parole? E con chi ce l'aveva? 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola ne ha parlato nella sua versione online. PROSSIMA SCHEDA
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